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Disastro aereo: l’imbarazzo francese

Il Boeing 737 delle Flash Airlines, precipitato sabato in Egitto, fotografato nel settembre 2002 a Kloten Keystone Archive

La Svizzera aveva messo al bando la compagnia Flash Airlines per motivi di sicurezza. Dopo il disastro aereo a Sharm el Sheikh, la Francia aveva negato di essere al corrente della decisione elvetica.

Ma ora Parigi deve ammettere che sapeva del provvedimento preso da Berna.

Come è possibile che a ottobre del 2002 la Svizzera abbia messo al bando Flash Airlines per «grosse carenze» ma che la piccola compagnia aerea egiziana, proprietaria del Boeing 737 precipitato sabato mattina a Sharm el Sheikh, abbia continuato ad operare indisturbata in Francia e Italia?

Manca ancora una risposta esaustiva a questo inquietante interrogativo e palese è l’imbarazzo a Parigi dove davanti alla sciagura, costata la vita a tutte le 148 persone a bordo, compresi 133 turisti francesi, il presidente Jacques Chirac ha ordinato un’imponente mobilitazione di mezzi militari per le operazioni di recupero.

La Francia sapeva

Domenica sera, smentendo la direzione generale dell’aviazione civile (Dgac) alla quale «non risultava» che quindici mesi fa la Svizzera avesse proibito a Flash Airlines il sorvolo del suo territorio dopo un controllo a sorpresa, il ministro dei Trasporti Gilles de Robien lo ha ammesso tra i denti: la Francia sapeva del provvedimento punitivo elvetico ma tre controlli (gli ultimi due compiuti lo scorso autunno) non avevano messo in luce nulla di anormale.

Nel corso di un’intervista alla tv all news LCI il ministro ha sottolineato che sulla scia dell’allerta della Svizzera anche la Polonia ha effettuato un’ispezione su Flash Airlines e nemmeno in quel caso è emerso nulla di allarmante.

Il tour operator nega

La Fram, il tour operator dal quale avevano comprato il fatale viaggio in Egitto 125 dei 133 turisti francesi morti nella catastrofe, insiste invece sul tasto che era totalmente all’oscuro dell’«avviso di riserva» emesso dalla Svizzera.

«Noi – ha affermato Georges Colson, patron di Fram – non sapevamo nulla. La mia sorpresa è molto grossa, ancor più se il divieto era stato davvero causato da problemi di sicurezza».

La portavoce dell’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) Célestine Perissinotto ha spiegato all’ats che la Svizzera non ha reso pubbliche le conclusioni del rapporto ma le ha messe a disposizione dei quaranta paesi membri del programma europeo SAFA di sicurezza, come previsto dalla norme in vigore.

swissinfo e agenzie

Un Boeing 737 della compagnia charter egiziana Flash Airlines è precipitato sabato mattina nel Mar Rosso, alcuni minuti dopo il decollo dalla località balneare di Sharm el Sheikh.

Almeno 133 turisti, quasi tutti francesi, sono deceduti durante l’incidente. Nessuna delle 148 persone a bordo è scampata al disastro. Esclusa l’ipotesi di un attentato, il disastro sembra dovuto ad un problema tecnico.

Entrambi i velivoli di proprietà della compagnia, compreso quello precipitato nel Mar Rosso, sono stati costruiti nel 1993. Dopo due ispezioni a sorpresa nell’autunno del 2002, l’Ufficio federale svizzero dell’aviazione civile ha negato alla compagnia l’autorizzazione a sorvolare il territorio svizzero.

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