Cronologia: come il presidente statunitense Trump ha stravolto l’industria farmaceutica nel 2025
I dazi pianificati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui prodotti farmaceutici hanno messo in subbuglio il settore. Ecco una cronologia degli sviluppi che hanno interessato questa industria da quando è entrato in carica nel gennaio 2025.
Le trattative tradizionalmente poco trasparenti sui prezzi dei farmaci hanno portato la popolazione statunitense a pagare i medicinali brevettati da due a tre volte in più rispetto alla media europea. Il presidente statunitense Donald Trump sta ricorrendo a ogni mezzo e utilizzando i dazi (dai quali i farmaci sono storicamente esenti) come leva negoziale per costringere i vertici del settore a ridurre i prezzi e a riportare la produzione nel Paese.
Di conseguenza, le aziende farmaceutiche hanno annunciato investimenti per miliardi di dollari negli Stati Uniti. Alcuni produttori hanno anche dichiarato che ridurranno i prezzi per consumatori e consumatrici eliminando gli intermediari.
La maggior parte dei prodotti farmaceutici è ancora esente da dazi e le grandi aziende produttrici saranno probabilmente in grado di assorbire il colpo. Ma secondo le previsioni di esperte ed esperti, saranno le aziende più piccole a essere maggiormente colpite. In Svizzera, i prodotti farmaceutici rappresentano quasi il 40% di tutte le esportazioni, ma a metà novembre il Paese ha negoziato un accordo con gli Stati Uniti, in base al quale le sue imprese del settore non saranno soggette a un dazio superiore al 15%.
Eventi chiave per l’industria farmaceutica dall’insediamento di Trump il 20 gennaio 2025
27 gennaio: Trump annuncia nuovi dazi all’importazione su prodotti farmaceutici, chip per computer e semiconduttori, senza specificare le aliquote che verranno applicate.
18 febbraio: Trump annuncia dazi in arrivo di almeno il 25% su prodotti farmaceutici e semiconduttori, che entreranno in vigore nel corso dell’anno.
26 febbraio: Il produttore farmaceutico statunitense Eli Lilly promette investimenti per 27 miliardi di dollari (21,5 miliardi di franchi) negli USA durante un evento con esponenti dell’amministrazione Trump.
21 marzo: Johnson & Johnson dichiara di voler investire 55 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per costruire quattro nuovi stabilimenti negli Stati Uniti.
1° aprile: Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti avvia un’indagine ai sensi della Sezione 232 per determinare se l’importazione di prodotti farmaceutici, inclusi principi attivi, derivati e prodotti finiti, rappresenti una minaccia per la “sicurezza nazionale”.
2 aprile: I prodotti farmaceutici sono tra i pochi esclusi dai dazi statunitensi che colpiscono 57 Paesi. La Svizzera è minacciata da dazi del 31%.
5 aprile: Il colosso farmaceutico svizzero Novartis annuncia un investimento di 23 miliardi di dollari negli Stati Uniti per creare due poli d’innovazione, quattro impianti di produzione e 1’000 posti di lavoro, in modo che “tutti i farmaci chiave di Novartis per i e le pazienti statunitensi siano prodotti negli Stati Uniti”.
8 aprile: In un annuncio autoproclamato come “ultim’ora” durante una cena di raccolta fondi per il Partito Repubblicano, Trump accenna a “un dazio importante sui prodotti farmaceutici” e afferma: “Imporremo dazi sui prodotti farmaceutici e, una volta fatto, torneranno di corsa nel nostro Paese perché noi siamo il grande mercato”.
Altri sviluppi
Industria farmaceutica, il tallone d’Achille della Svizzera nei negoziati commerciali con gli Stati Uniti
Il giorno seguente, i dazi imposti a tutti i Paesi, eccetto la Cina, vengono sospesi fino al 9 luglio.
11 aprile: Dirigenti di 32 multinazionali farmaceutiche firmano una lettera chiedendo alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di semplificare le normative e sostenere l’industria in Europa.
15 aprile: Trump firma un ordine esecutivo (una direttiva che chiede al Governo d’intraprendere azioni specifiche) per ridurre i prezzi dei farmaci “portando trasparenza radicale e concorrenza nei mercati dei farmaci da prescrizione”. L’ordine mira ad aumentare la disponibilità di generici e a tagliare fuori i “Pharmaceutical Benefit Manager” (PBM), intermediari che negoziano i prezzi tra assicuratori, datori di lavoro e produttori di farmaci negli Stati Uniti.
22 aprile: Il colosso farmaceutico svizzero Roche annuncia un investimento di 50 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi cinque anni e dichiara che avrà la capacità di esportare dagli Stati Uniti più prodotti di quanti ne importi attualmente.
Almeno 15 diverse aziende farmaceutiche hanno annunciato investimenti miliardariCollegamento esterno che vanno dall’ampliamento delle capacità di ricerca e sviluppo alla costruzione di nuovi impianti di produzione e alla creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti. Tra queste figurano aziende biotecnologiche, produttori di farmaci generici e multinazionali. Sebbene alcuni impegni non prevedano una tempistica, la maggior parte delle aziende ha già avviato iniziative concrete, segno che i piani si svilupperanno nell’arco di diversi anni.
5 maggio: Trump firma un ordine esecutivo affinché l’amministrazione riduca i ritardi normativi e incoraggi la produzione nazionale.
8 maggio: Il Regno Unito negozia il primo accordo con gli Stati Uniti, con un dazio di base del 15%. I dazi farmaceutici dipenderanno dall’esito dell’indagine sulla base della Sezione 232 sulle importazioni farmaceutiche negli Stati Uniti.
12 maggio: Trump firma un ordine esecutivo affinché l’amministrazione applichi i prezzi della Nazione Più Favorita (NPF) per i farmaci di marca.
La politica allinea i listini ai prezzi più bassi pagati dai Paesi omologhi. I produttori hanno 30 giorni di tempo per aderire alla politica NPF.
14 maggio: Il produttore farmaceutico francese Sanofi prevede d’investire almeno 20 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi cinque anni.
24 giugno: L’azienda norvegese Novo Nordisk prevede d’investire 4,1 miliardi di dollari nella Carolina del Nord.
8 luglio: Durante una riunione di gabinetto, Trump minaccia dazi del 200% sui prodotti farmaceutici, “ma tra un anno o un anno e mezzo”.
21 luglio: Il colosso farmaceutico anglo-svedese AstraZeneca annuncia un investimento di 50 miliardi di dollari per il suo “più grande singolo investimento produttivo al mondo”, che sarà realizzato nello Stato della Virginia.
22 luglio: Un accordo commerciale tra Giappone e Stati Uniti prevede investimenti giapponesi per un totale di 550 miliardi di dollari in progetti scelti dal Governo statunitense, se il Giappone desidera ottenere dazi all’importazione non superiori al 15% sulle proprie merci. Si tratterebbe dell’aliquota più bassa tra i partner commerciali degli Stati Uniti. I farmaci generici sono esclusi dall’accordo.
31 luglio: Trump invia a 17 aziende farmaceutiche delle lettere che delineano gli impegni vincolanti da assumere entro il 29 settembre per allinearsi ai prezzi NPF.
“Se vi rifiutate di fare la vostra parte, useremo ogni strumento a nostra disposizione per proteggere gli americani da pratiche di prezzo abusive sui farmaci”.
Presidente statunitense Donald Trump il 31 luglio
21 agosto: L’Unione Europea e gli Stati Uniti formalizzano un dazio di base del 15% sulle importazioni. Per i prodotti farmaceutici è fissato un tetto del 15% e i generici sono esentati a partire dal 1° settembre.
17 settembre: Il produttore britannico GSK investe 1,2 miliardi di dollari per avviare la costruzione di una nuova fabbrica in Pennsylvania nel 2026.
25 settembre: Il presidente Trump annuncia dazi del 100% sui prodotti farmaceutici di marca o brevettati in entrata negli Stati Uniti a partire dal 1° ottobre, “a meno che un’azienda NON STIA COSTRUENDO il proprio Impianto di Produzione Farmaceutica in America”, scrive.
29 settembre: Nell’ultimo giorno utile per i 17 produttori farmaceutici che avevano ricevuto le lettere da Trump per assumere impegni negli Stati Uniti, Pfizer annuncia un investimento di 70 miliardi di dollari nel Paese e diventa la prima azienda farmaceutica a firmare un accordo con l’amministrazione basato sulla politica NPF.
L’azienda è esentata dai dazi per un periodo di tre anni e venderà alcuni dei suoi farmaci sul sito web di vendita diretta TrumpRx.gov, il cui lancio è previsto per il 2026, a un prezzo inferiore di circa l’85% rispetto a quello attuale.
1° ottobre: I dazi del 100% sui farmaci protetti da brevetto in entrata negli Stati Uniti non vengono applicati come previsto.
“Mentre stiamo negoziando con queste aziende, lasceremo che le trattative facciano il loro corso e le porteremo a termine, perché sono la cosa più importante per il popolo americano”, dichiara il segretario al Commercio Howard Lutnick due giorni prima della scadenza.
10 ottobre: AstraZeneca annuncia un investimento di 50 miliardi di dollari negli Stati Uniti e firma un accordo con l’amministrazione basato sulla politica NPF, che esenta i prodotti dell’azienda dai dazi per tre anni.
16 ottobre: I farmaci per la fertilità in vitro del produttore tedesco Merck, noto negli Stati Uniti come EMD Serono, saranno venduti a prezzo scontato su TrumpRx.gov, a seguito di un accordo con il governo statunitense che esenta l’azienda dai dazi.
6 novembre: I produttori Eli Lilly e Novo Nordisk accettano di ridurre i prezzi dei loro farmaci per il diabete e la perdita di peso e ottengono una sospensione di tre anni dai dazi.
15 novembre: Svizzera, Liechtenstein e Stati Uniti rilasciano una dichiarazione congiunta che stabilisce che i dazi statunitensi non supereranno il 15%, anche per i prodotti farmaceutici.
In cambio, il Liechtenstein investirà 300 milioni di dollari e le aziende svizzere investiranno almeno 200 miliardi di dollari in tutti i 50 Stati americani. Un terzo di questi investimenti avverrà entro la fine del 2026, il resto entro i prossimi cinque anni.
Articolo a cura di Virginie Mangin/gw
Tradotto con il supporto dell’IA/mrj
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