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Democrazia diretta in Svizzera

Massiccio appoggio dell’industria elvetica ai bilaterali con l’UE

Per Vorort, Unione padronale, Swissmem e Unione delle arti e mestieri il pacchetto di sette accordi su cui il popolo dovrà votare il prossimo 21 maggio rappresenta il giusto compromesso tra le esigenze economia e quelle della politica.

Le cifre, del resto, parlano chiaro sulla necessità di migliorare i rapporti commerciali con l’Europa. “Due terzi delle nostre esportazioni sono destinate all’UE e i quattro quinti delle importazioni provengono da quest’area”, ha ricordato Andres Leuenberger, presidente del Vorort. Una nuova soluzione con l’Europa si imporrebbe poiché l’accordo sul libero scambio concluso con la Comunità nel 1972 non peremetterebbe più alle imprese svizzere di battersi ad armi pari sui mercati europei. Gli accordi, dai quali si attende un impulso sul prodotto interno lordo di 8 miliardi nei
prossimi 10 anni, soddisferebbero i principali postulati degli ambienti economici lasciando nel contempo aperte alla Svizzera tutte le opzioni in materia di politica europea.

Particolarmente interessata ad una maggiore apertura dei mercati europei è l’industria delle macchine, che da sola costituisce il 43 percento delle esportazioni elvetiche. L’armonizzazione delle norme tecniche per i prodotti farebbe risparmiare importanti risorse in termini di soldi e di tempo, mentre grazie all’accordo sui mercati pubblici dell’UE le imprese svizzere potrebbero concorrere agli appalti alle stesse condizioni dei paesi membri. “Le attribuzioni di quest’ultimo mercato rappresentano un volume annuale di 1000 miliardi di franchi!”, ha sottolineato Johann Schneider-Amman, presidente di Swissmem (ASM/VSM).

Positivo anche il giudizio sull’accordo sulla libera circolazione delle persone, l’accordo che senza dubbio suscita i maggiori timori nella popolazione visto che prevede una progressiva liberalizzazione del mercato del lavoro elvetico. Ma per Fritz Blaser, presidente dell’Unione padronale, le esperienze fatte nell’UE e le misure d’accompagnamento contro il dumping salariale elaborate in collaborazione con i sindacati non dovrebbero fornire alcun motivo di preoccupazione.

Benché sostanzialmente positivo, più mitigato è stato invece l’entusiasmo del rappresentante delle piccole e medie imprese, un settore principalmente orientato al mercato interno. Se a prima vista gli accordi non sembrano portare vantaggi percettibili, ha osservato il presidente dell’Unione delle arti e mestieri Hans Rudolf Früh, questa categoria d’imprese potrebbe beneficiare dell’impulso di cui godrà l’intera economia svizzera: “È una opportunità da cogliere”.

Luca Hoderas

Nella foto, il presidente del Vorort, Andreas Leuenberger, durante la conferenza stampa

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