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OMC: round di Doha ai supplementari

Come sciogliere il nodo del sostegno statale all'agricoltura? Keystone

Già lo si intuiva dopo l’insuccesso di Cancún. Ora appare certo: un nuovo impulso alla liberalizzazione del commercio mondiale non giungerà, come inizialmente previsto, entro la fine del 2004.

Le trattative si sono arenate sullo scoglio dell’apertura del mercato agricolo. Spinoso. Anche per la Svizzera.

Ormai i giochi sembrano fatti. Nel senso che all’orizzonte di soluzioni proprio non se ne vedono.

A 10 mesi dalla scadenza prevista (fine 2004) per la fine della tornata negoziale denominata “round di Doha”, i 148 membri dell’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC) non sono ancora riusciti a raggiungere un accordo.

I nodi da sciogliere permangono essenzialmente due: la protezione dei mercati agricoli e le cosiddette “questioni di Singapore” (investimenti, concorrenza, trasparenza dei mercati pubblici).

Nel 2002, i flussi del commercio mondiale avevano raggiunto un valore pari a 6’572 miliardi di dollari. Di questi, il 9.3% (583 miliardi) riguardavano beni agricoli.

Il tentativo di Deiss

“Le iniziative per rilanciare i negoziati non mancano”, rileva Luzius Wasescha, ambasciatore elvetico presso la missione permanente svizzera all’OMC. “Ma al momento continuano a mancare gli accordi di fondo”.

In gennaio, durante un incontro informale promosso da Joseph Deiss a margine del Forum economico mondiale di Davos, il presidente della Confederazione aveva ad esempio invitato la ventina di ministri presenti a non perdere ulteriore tempo.

“Tutti si sono detti d’accordo sul principio”, sottolinea Wasescha. Ma la situazione resta complessa.

“Qualsiasi proposta va analizzata da almeno tre punti di vista: quello multilaterale, quello del singolo Stato e quello degli effetti sulle esportazioni di paesi che non sono ancora competitivi sul mercato”. Tre livelli che, ovviamente, spesso non coincidono.

Un rompicapo

Gran parte degli Stati membri dell’OMC si sono inoltre riuniti ed organizzati in gruppi per meglio difendere i loro interessi.

“Adesso tutti sono implicati nei negoziati: la sfida per accontentare tutti i membri è dunque più ardua rispetto al passato”, dice l’ambasciatore svizzero, illustrando un’ulteriore difficoltà del round di Doha.

USA ed Unione europea non sono più gli unici “pesi massimi” delle trattative. In una cacofonia di voci, a turno, emergono pure gli acuti del G10 (unione di 10 paesi importatori di beni agricoli, tra i quali la Svizzera), del G20, del G22, oppure del G33. E forse è giusto così.

Chi (i grandi esportatori) chiede un’apertura totale del mercato agricolo, chi proprio non ne vuole sapere. Altri si preoccupano invece di mantenere una certa attività economica nelle regioni rurali, temendo tumulti socio-politici o conseguenze ambientali.

“Oltretutto più di 100 membri dell’OMC hanno a cuore soprattutto la problematica del loro sviluppo. Al di là degli obiettivi d’apertura dei mercati”, precisa Luzius Wasescha.

Tempi non maturi

Gli incontri tra le varie delegazioni “tecniche” continuano a ritmo più o meno serrato. Ma lo spazio di manovra sembra pian piano ridursi.

“Per noi, membri del G10, la questione fondamentale è quella dell’accessibilità al mercato. Ed a nome della Svizzera abbiamo già dato prova di flessibilità, ad esempio dicendoci pronti a discutere della riduzione dei sussidi all’agricoltura”, dice Wasescha.

“Ora attendiamo che anche gli altri attori dimostrino altrettanta flessibilità”.

In questo quadro, un nuovo incontro ministeriale multilaterale (l’ultimo è stato quello di Cancún nel settembre 2003), sembra prematuro.

“I lavori non sono ancora sufficientemente avanzati: il rischio è che, forzando i tempi, non si riuscirebbe nemmeno ad entrare nella sostanza dei temi”, conclude l’ambasciatore.

swissinfo, Marzio Pescia

Le attuali trattative nell’ambito dell’OMC fanno parte del “round di Doha”, lanciato nel novembre 2001
L’agricoltura ed “i temi di Singapore” (investimenti, concorrenza, trasparenza dei mercati pubblici) sono i dossier più spinosi

L’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ha sede a Ginevra. Nel 1995, dopo la conclusione dell’Uruguay Round, ha sostituito il GATT, l’Accordo generale sui dazi doganali ed il commercio fondato dopo la seconda guerra mondiale.

Il suo scopo fondamentale è facilitare gli scambi commerciali tra gli Stati membri.

Il suo organo supremo è la Confedenza ministeriale che si riunisce almeno una volta ogni due anni. Al momento l’OMC conta 148 Stati membri.

La conferenza di Cancún del settembre 2003 s’inserisce nel cosiddetto “Round di Doha”, la tornata negoziale lanciata nel 2001 e che dovrebbe concludersi entro il primo gennaio 2005.

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