Sarà un’estate così così, ha sentenziato il Böög
La primavera è incominciata alle 18.16 di lunedì, quando la testa del Böög di Zurigo -il fantoccio che simboleggia l'inverno- è esplosa, durante la festività del Sechseläuten, caratterizzate quest'anno da una singolare protesta femminile.
Ci sono tradizioni inveterate che resistono, nonostante tutto, agli assalti della modernizzazione. Una di queste è la celebre sfilata delle Corporazioni dei mestieri zurighesi – per soli uomini – durante le feste di primavera del Sechseläuten. Per protestare contro l’esclusione, l’unica corporazione femminile ha sfilato da sola, un’ora prima dell’inizio del corteo ufficiale.
Fedeli all’annuale appuntamento, migliaia di zurighesi hanno assitito al corteo, trasmesso in diretta dalla televisione svizzero tedesca. Come ogni anno, la città è stata onorata della presenza di numerose personalità del mondo politico e economico. Il canton Uri, presente il governo, è stato l’ospite d’onore.
Tra le autorità federali ha fatto bella mostra di sé Ruth Metzler – sommersa di fiori – mentre tra gli ospiti figuravano anche l’ambasciatore svizzero a Berlino Thomas Borer e il neo presidente del CICR Jakob Kellenberger. I media sono stati rappresentati dal capo redattore della televisione DRS. Insieme con i rappresentanti delle 26 corporazioni, hanno sfilato per le vie della città fino alla piazza del Bellevue dove ad attenderli c’era il Böög, pronto per essere «arrostito» alle 18.00 in punto.
Le radici di questa festa popolare affondano nel Medioevo quando, con la fine dell’inverno, le campane della cattedrale annunciavano la fine della giornata lavorativa rintoccando alle sei invece che alle cinque. Menzionata per la prima volta in uno scritto del 1525, la festa zurighese di primavera risale nella sua forma attuale al 1905. Secondo la credenza popolare, più rapido è lo scoppio della testa del Böögg più calda sarà l’estate.
Delle 26 corporazioni (Zünfte) che vi partecipano, le più vetuste (13) recano i nomi dei diversi mestieri artigianali. Entrarvi è una vera impresa e solo pochi, dopo anni di anticamera, possono accedervi, dopo però aver versato un modesto obolo di… qualche migliaio di franchi.
Le più recenti corporazioni, sorte dopo il 1897, sono state invece battezzate con i nomi dei vari quartieri cittadini. L’appartenenza ad una «Zunft» è privilegio del solo sesso «forte» e prerogativa di poche vecchie famiglie zurighesi. Nel 1988 l’ostinazione delle corporazioni a non voler aprire alle donne, spinse queste ultime, per ripicca, ad istituire la «Wyberzouft», 27esima corporazione, tutta al femminile. Da allora lottano, invano, per farsi accettare.
swissinfo e agenzie

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