
Gb si unisce a sanzioni Ue sul price cap del petrolio

Il governo britannico di Keir Starmer si è unito all'Ue nella decisione di abbassare il price cap, ossia il tetto sul prezzo di acquisto del petrolio, nell'ambito delle ultime sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina.
(Keystone-ATS) Lo si legge in una nota del Foreign Office secondo cui l’obiettivo è fermare “la macchina da guerra di Putin” e “colpirla al petto”.
L’annuncio arriva sulla scia di un ulteriore nuovo pacchetto di sanzioni britanniche anti-Mosca mirate contro i servizi d’intelligence militare del Gru, accusati di interferenze, cyberattacchi e “minacce” ibride contro il Regno e gli alleati.
Il tetto viene rivisto da 60 dollari a 47,60 dollari al barile, nella speranza di assestare un colpo incisivo alle entrate petrolifere di Mosca, già ridottesi del 35% a causa del calo degli ultimi due mesi del prezzo degli idrocarburi secondo quanto scrive il ministero degli Esteri britannico.
Londra prevede che l’iniziativa possa avere ricadute significative su “una fonte di risorse cruciale” per la Russia per “finanziare la guerra illegale in Ucraina”. “Ogni colpo finanziario alla Russia è un passo in avanti verso una pace giusta e sostenibile e verso la sicurezza e la prosperità del Regno Unito” e dei suoi alleati, si legge ancora nella nota.
La cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, titolare delle Finanze nel governo Starmer, aggiunge in una dichiarazione allegata all’annuncio, resa a margine di una riunione economica ministeriale del G20 in Sudafrica, che “il Regno Unito e gli alleati dell’Ue stanno affondando il coltello nel petto della guerra del Cremlino, prendendone di mira ulteriormente la più ricca fonte di finanziamento”-
“Mentre Putin continua a sabotare un serio negoziato di pace – le fa eco il ministro degli Esteri, David Lammy – noi non restiamo a guardare. Ecco perché attacchiamo al cuore il settore russo dell’energia assieme all’Ue”.
Londra rivendica di aver già bersagliato negli ultimi mesi ed anni i commerci petroliferi di Mosca, dalle forniture che passano attraverso “gli oleodotti” alle sanzioni già imposte contro “250 navi” additate come parte della “flotta fantasma” accusata di aiutare la Russia ad aggirare le restrizioni occidentali.