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Germania: Csu ospita Orban, trema tavolo Grosse Koalition

Horst Seehofer, alla testa della CSU, il premier ungherese Viktor Orban e Alexander Dobrindt (CSU) KEYSTONE/AP dpa/ANDREAS GEBERT sda-ats

(Keystone-ATS) Aver scelto un ospite d’onore come Viktor Orban, e coprirgli le spalle affermando che il premier ungherese agisce “senza dubbio sul terreno dello stato del diritto” non è stata la mossa più conciliante che la Csu bavarese potesse fare.

Mancano due giorni dall’inizio dei colloqui esplorativi della Grosse Koalition, che dovrebbero dare finalmente un nuovo governo alla Germania.

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Ma gli alleati di Angela Merkel hanno in testa, a questo punto, le elezioni regionali, e i mal di pancia di Martin Schulz sembrano interessare molto poco. Il leader socialdemocratico al tavolo dovrà sedersi comunque, e Horst Seehofer e i suoi hanno provato ad alzare la posta in gioco.

Oltre alla sortita pubblica al fianco dell’uomo forte di Budapest, che nega ogni solidarietà sui migranti rigettando il sistema delle quote, i cristiano sociali hanno approvato una mozione di cinque pagine, per irrigidire ulteriormente la linea sui profughi.

Insistono sul limite dei 200 mila ingressi annuali, già concordato con Angela Merkel prima di aprire le trattative poi fallite con verdi e liberali, e chiedono un inasprimento anche sul fronte dei rimpatri, rilanciando le valutazioni sulla situazione siriana. Un atteggiamento che l’Spd non ritiene ammissibile.

E mentre i sondaggi rivelano che la maggior parte dei tedeschi, in attesa di un nuovo esecutivo dal 24 settembre, vedrebbe meglio un ritorno alle urne, i colloqui di dopodomani inizieranno in un clima teso. In vista dell’incontro con Orban, Martin Schulz ha invitato gli eventuali futuri alleati a “mettere paletti chiari sulla politica migratoria e sulla libertà di stampa e di espressione”, annunciando un braccio di ferro.

Ma il premier ungherese, a Seeon, a margine della riunione a porte chiuse della Csu, ha ribadito la sua posizione: “La questione migratoria è ormai un problema di democrazia – ha affermato, comparendo davanti alla stampa con Seehofe, Alexander Dobrindt e Manfred Weber .

Il popolo in Europa ha una volontà chiara: non vuole vivere nella paura del terrorismo, vuole frontiere protette e sicurezza”. Le contraddizioni in materia si devono eliminare, secondo il leader che insieme ai colleghi dei paesi del ‘gruppo di Visegrad’ fa muro di fronte alla solidarietà europea.

“Io penso che il 2018 sarà l’anno in cui si ripristinerà la volontà del popolo in Europa”, ha incalzato, facendo l’esempio del modello austriaco, e ha concluso: “Ritenetemi il vostro capitano della protezione delle frontiere”.

Seehofer, ex dominus assoluto del Land di Monaco, alle prese con più difficili equilibri interni, ha risposto con un manifesto di collaborazione, sottolineando che l’Ungheria è il partner commerciale più stretto della Baviera, e i rapporti vanno rafforzati. Provocazioni, cui Martin Schulz dovrà abituarsi.

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