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Ricerca dell’Università di Berna: tatuaggi moderni su una mummia di 2’000 anni fa

Disegno di grifone che attacca un cervo
Una rappresentazione artistica del tatuaggio trovato sull'avambraccio sinistro della mummia Daniel Riday

Tecniche simili a quelle odierne sono state rivelate sulla pelle di una mummia siberiana da uno studio guidato dall’Università di Berna.

L’arte del tatuaggio era già tecnicamente sofisticata, paragonabile ai metodi moderni, già oltre duemila anni fa. È il risultato di uno studio condotto sotto la guida dell’Università di BernaCollegamento esterno su una mummia dell’età del ferro, conservata nel permafrost siberiano. L’archeologo capo Gino Caspari spiega: “Abbiamo documentato ad altissima risoluzione queste bellissime immagini. Questo ci ha permesso di scoprire esattamente come sono stati creati i tatuaggi”. I ricercatori hanno utilizzato strumenti di analisi delle immagini a infrarossi all’avanguardia per rendere visibili i dettagli nascosti.

“In alcune di queste mummie, i tatuaggi non sono più visibili a occhio nudo”, afferma Caspari. “Attraverso l’acquisizione di immagini nel vicino infrarosso, possiamo rendere nuovamente visibili queste immagini. E con un livello di dettaglio che ci permette di ricostruire in modo dettagliato il processo di produzione”.

Il servizio radiofonico di SRF:

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I tatuaggi esaminati appartengono alla cultura Pazyryk, della regione dei monti Altaj, e mostrano lo stile animalistico siberiano: “Spesso si tratta di scene di combattimento. Su questa mummia, ad esempio, abbiamo una scena sull’avambraccio destro in cui due tigri e un leopardo abbattono due cervi” rileva Caspari.

scena di caccia
Una rappresentazione artistica del tatuaggio della scena di caccia Daniel Riday

Sebbene il significato esatto di queste rappresentazioni rimanga poco chiaro a causa della mancanza di fonti scritte, Caspari sottolinea la loro importanza culturale: “Ciò che è chiaro è che queste immagini erano davvero fortemente radicate in un contesto rituale e culturale e in questo senso avevano anche un ricco significato”.

La cultura Pazyryk, a cui appartiene la mummia esaminata, è descritta come un popolo di cavalieri. “Possiamo immaginarli un po’ come i predecessori dei Mongoli”, spiega Caspari. 

Mummia
Il modello tridimensionale della mummia siberiana analizzata dai ricercatori Mikhail Vavulin

I risultati della ricerca hanno suscitato grande interesse non solo nella comunità scientifica, ma anche nella scena moderna dei tatuaggi. Caspari racconta che il suo account Instagram è letteralmente esploso. “Da quando è stato pubblicato il comunicato stampaCollegamento esterno, abbiamo riscontrato un interesse travolgente da parte della comunità dei tatuatori. Questo mi fa molto piacere, perché la ricerca archeologica dovrebbe essere rilevante anche per le persone al di fuori della torre d’avorio”.

Per l’archeologo è stata particolarmente affascinante la possibilità di analizzare in modo così dettagliato le tracce di vita individuali dell’età del ferro. “È davvero affascinante poter ricostruire nel dettaglio dove la persona che tatuava si è fermata per prendere nuovo inchiostro, e quali metodi siano stati esattamente utilizzati”.

Un risultato sorprendente dello studio è la somiglianza tra le tecniche di allora e quelle odierne. “Queste immagini dettagliate all’infrarosso mostrano che si tratta di tatuaggi molto simili a ciò che oggi viene chiamato hand-poke”, spiega Caspari. Finora, aggiunge, la ricerca presumeva che i tatuaggi dell’epoca fossero realizzati quasi come cuciture, con i pigmenti applicati su un filo. La scoperta crea dunque un ponte tra le tecniche di tatuaggio attraverso i millenni.

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