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Il parlamento ha definitivamente bocciato la “Lex Usa”

(Keystone-ATS) Nemmeno la presenza di cinque consiglieri federali nella seduta di commissione prima del voto è bastata per convincere il Nazionale della necessità di approvare la “Lex Usa”, la norma federale urgente presentata dall’Esecutivo per agevolare la ricerca di una soluzione nella vertenza che oppone alcune banche elvetiche al fisco americano. A distanza di un giorno, la Camera del popolo ha respinto per la seconda volta con 123 voti a 63 e 4 astensioni l’entrata in materia, decretando l’archiviazione pura e semplice del progetto.

Per indorare la pillola, e quale segnale di buona volontà indirizzato agli Stati Uniti, la camera del popolo ha adottato (124 voti a 24 e 25 astensioni), una dichiarazione preparata dalla camera dei cantoni (che stamane ha accettato di entrare in materia per la seconda volta).

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Con questo testo, giuridicamente non vincolante, il Consiglio federale viene esortato a fare tutto quanto in suo potere per permettere alle banche, sulla base del diritto attuale, di cooperare col Dipartimento di giustizia americano. Nel documento si sottolinea inoltre il desiderio che si giunga a una soluzione nella vertenza fiscale tra le banche elvetiche e gli Stati Uniti per risolvere una volta per tutte le pendenze del passato.

Che la legge avesse le ore contate era chiaro a tutti, soprattutto dopo il risultato assai netto di ieri. La seduta odierna della commissione dell’economia e dei tributi del Nazionale ha confermato l’esistenza di un blocco di partiti – PLR, UDC, PS – poco disposto a scendere a compromessi: per 16 voti a 9, la CET-N ha raccomandato la non entrata in materia.

Il voto nel plenum ha messo fine all’agonia di una legge urgente che avrebbe permesso alle banche di cooperare con le autorità americane senza violare il diritto svizzero.

Per gli avversari della normativa si trattava di preservare lo stato di diritto, le procedure democratiche, la sovranità del Paese, lasciando alle banche la responsabilità di sbrigarsela da sole, eventualmente col sostegno del Consiglio federale. Diversi oratori hanno evocato durante il dibattito in aula il pericolo che altri Paesi avrebbero potuto seguire l’esempio americano in caso di sì alla legge. “No a questa legge spaventosa”, ha detto Christoph Blocher (UDC/ZH), “presentata solo perché lo vogliono gli Stati Uniti”.

Per i sostenitori della proposta, la legge urgente invece non solo avrebbe migliorato la situazione dei collaboratori e dei terzi – avvocati e fiduciari – ma anche evitato il pericolo di una cascata di procedure giudiziarie dalle conseguenze inimmaginabili per la piazza finanziaria ed economica elvetica, oltre che per la reputazione degli istituti di credito.

Quale palliativo, il Nazionale ha approvato una dichiarazione diretta agli Stati Uniti affinché quest’ultimi non interpretino la bocciatura della legge urgente come un no definitivo ad ogni soluzione della questione. Insomma: sì a una soluzione, ma nel quadro del diritto interno svizzero.

Non è mancato chi ha giudicato cinica e ingenua questa dichiarazione (ciò spiega il forte numero di astenuti, specie PPD). “Da un lato si vuole una soluzione, ma intanto si fa di tutto per affondarla”, ha osservato ironicamente Martin Landolt (PBD/GL).

Solo il tempo dirà se questa dichiarazione sarà sufficiente per ammansire il Dipartimento di giustizia americano che, come hanno detto diversi oratori in aula, quando si tratta di evasione fiscale non guarda in faccia a nessuno.

Nel suo intervento, la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf ha illustrato ancora un’ultima volta i vantaggi della legge urgente e le possibilità del Consiglio federale in caso di bocciatura. Le possibilità per il Governo di permettere caso per caso l’invio di dati esistono, ma sono limitate, ha sostenuto la ministra, visibilmente disillusa sull’esito del voto.

Tenuto conto dei timori espressi dai collaboratori degli istituti di credito, la Camera ha poi approvato una mozione volta a rafforzare la protezione dei dipendenti i cui dati potrebbero finire in mano alle autorità americane. L’atto parlamentare chiede al Governo di presentare una legge separata al riguardo.

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