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Italia, Pizzul è morto, ma è una bufala e lui gioca a scopa

(Keystone-ATS) TRIESTE – La bufala corre sul web, almeno quella della morte del mitico telecronista italiano Bruno Pizzul, 71 anni, nato a Udine l’8 marzo 1938 e morto – ma solo per alcuni siti Internet – il 14 ottobre 2009, anche se non si sa bene se a Milano (dove vive da anni), a Udine o a Cormons (Gorizia), dove trascorre gran parte del suo tempo libero.
Per la Rete (e i suoi appassionati) non mancano i particolari (è stato colpito da un infarto) e finanche i testimoni: una ragazza afferma addirittura di aver visto un’ambulanza fermarsi sotto la sua abitazione.
Peccato (per i cultori del web, ma solo per loro) che Bruno Pizzul, proprio mentre doveva morire, stava ‘banalmente’ giocando a scopa, come ogni mattina, e quelle telefonate di amici, conoscenti e fans che gli chiedevano informazioni sul suo stato di salute, un po’ gli hanno dato fastidio.
Non per la notizia (falsa) della sua morte, ma perché, giunte a decine, hanno rischiato di distrarlo dalla partita a carte. Alla fine – ha raccontato all’agenzia ANSA, smentendo a viva voce la notizia della sua morte – è stato costretto a chiudere il cellulare.
“Ridiamoci su”, è stato il suo commento elegante e garbato, che ricorda tanto quello di Monica Vitti alla pubblicazione della (falsa) notizia del suo suicidio su Le Monde, il 3 maggio 1988 (“Mi hanno allungato la vita”) e il grande fascio di rose rosse “di vergogna” inviatole dal quotidiano per scusarsi.
Nel caso di Pizzul, forse non sapremo mai chi dovrà vergognarsi, anche se il telecronista non ha nascosto di essersi anche divertito per la ‘bufala’ della sua morte, soprattutto per il tono serio, compunto e un po’ imbarazzato, di chi, al telefono, chiedeva notizie a sua moglie che, invece, “rispondeva con voce squillante e argentina, tranquillizzando subito amici e conoscenti”.
Pizzul non ha “la più pallida idea di chi possa aver messo in rete la notizia”, che è rimbalzata da un sito all’altro fino ad arrivare nella sua biografia su Wikipedia, che l’ha poi rapidamente corretta. Su Facebook è stato creato addirittura un gruppo (lo hanno chiamato “Addio Bruno Pizzul”), con tanto di commenti, interventi, ricordi.
Poi la scoperta che era tutto falso, dall’ambulanza all’infarto. “L’unico infarto è quello che temo di avere quando penso alle carte che hanno i miei compagni di scopa”, commenta divertito Pizzul prima di tornare a giocare e seppellire la notizia della sua morte.

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