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L’uragano Dorian scuote la costa est degli USA, caos Bahamas

La furia di Dorian ha lasciato le Bahamas in uno scenario apocalittico. KEYSTONE/AP/TIM AYLEN sda-ats

(Keystone-ATS) La corsa di Dorian, dopo aver seminato morte e devastazione alle Bahamas, continua a fare paura e a minacciare gran parte della costa orientale degli Stati Uniti, dalla Florida alla Virginia, nonostante la forza dell’uragano, ora di categoria 2, vada scemando.

L’incubo maggiore è quello delle alluvioni che, secondo le previsioni degli esperti, potrebbero raggiungere livelli record sommergendo intere regioni. L’occhio del ciclone continua a viaggiare a meno di 200 chilometri dalla terraferma, già sferzata da fortissime raffiche di vento, oltre i 100 chilometri orari, e da pesantissime piogge.

Nelle ultime ore l’attenzione si è spostata soprattutto su Georgia, South Carolina e North Carolina, gli stati ora più minacciati. Qui intere contee e città come Charleston e Savannah sono state completamente evacuate. Coinvolte quasi un milione di persone, con scuole e uffici pubblici chiusi. Decisive saranno le prossime 36 ore, spiegano al National Hurricane Center, mentre a far montare la preoccupazione è anche l’allarme sui possibili tornado che potrebbero formarsi in diverse aree come effetto dei venti e delle correnti.

Intanto alle Bahamas si piangono già sette vittime. Ma man mano che le acque si ritirano si comincia a temere il peggio, sia in termini di vittime che di danni. Le immagini riprese dall’alto sono impressionanti e consegnano un panorama spettrale, che le autorità dell’arcipelago hanno definito “catastrofico”. Nelle Abaco Islands e a Grand Bahama, le isole più colpite, oltre il 60% delle abitazioni è andato distrutto o ha subito danni strutturali gravi. Il 60% di Grand Bahama è ancora sotto l’acqua ed è una corsa contro il tempo per salvare il salvabile.

È ancora presto per fare i calcoli, ma appare chiaro come l’industria del turismo, prima voce dell’economia delle Bahamas, subirà un colpo durissimo dal quale non sarà facile riprendersi. Centinaia di poliziotti e militari sono al lavoro e da Miami, dove si respira ormai un’aria di scampato pericolo, il sindaco Francis Suarez ha inviato nell’arcipelago aiuti in termini di soccorsi e di beni di prima necessità: generatori di corrente elettrica, cibo, acqua, medicine. E aiuti sono in arrivo da tutti gli Stati Uniti e anche dall’estero.

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