
Orologi: esportazioni in calo anche in giugno

Le vendite di orologi svizzeri all'estero hanno subito un sensibile calo anche in giugno, alla stessa stregua di maggio.
(Keystone-ATS) Questo dopo la forte accelerazione di aprile, quando era stato registrato un boom di consegne verso gli Stati Uniti per anticipare l’introduzione dei dazi.
Stando ai dati diffusi oggi dalla Federazione dell’industria orologiera (FH), nel sesto mese del 2025 le esportazioni si sono attestate a 2,2 miliardi di franchi, in flessione del 5,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. In termini di numero i segnatempo smerciati hanno presentato una contrazione – nell’ottica dei produttori – ancora più dolorosa, pari al 9,6% (a 1,2 milioni). Sull’arco dei primi sei mesi il bilancio rimane però vicino all’equilibrio: l’export orologiero elvetico è infatti sceso (su base annua) solo dello 0,1% in valore, a circa 13 miliardi.
A livello di singoli mercati e tornando a focalizzare l’attenzione su giugno dominano ancora, malgrado la forte contrazione, gli Stati Uniti (-17,6% a 310 milioni di franchi), il principale sbocco del made in Switzerland. Al secondo posto figura la Cina continentale (+6,1% a 173 milioni), seguono Regno Unito (-0,1% a 156 milioni), Giappone (-11,0% pure a 156 milioni), Hong Kong (-10,6% a 148 milioni) e Singapore (+2,6% a 145 milioni). Insieme questi sei mercati rappresentano il 51% delle vendite oltre frontiera.
In modo non perfettamente uniforme si presenta l’andamento delle esportazioni in relazione ai segmenti di prezzo. Gli orologi di meno di 200 franchi hanno mostrato una contrazione del 10,7% in termini di valore, la gamma 200-500 una flessione del 24,2%, il comparto 500-3000 segna +16,0%, mentre per la fascia oltre 3000 franchi si osserva un -9,2%.