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2000 progetti culturali sostenuti da Pro-Helvetia nel 1999

La presidente di Pro Helvetia Yvette Jäggi con sullo sfondo un quadro di Giacometti Keystone

L'anno scorso, Pro Helvetia ha finanziato duemila manifestazioni e progetti culturali in patria e all'estero per un totale di 22 milioni di franchi, su un budget di 30,8 milioni. Oltre la metà delle attività si sono svolte all'estero.

Secondo il rapporto annuale 1999 pubblicato mercoledì, la Fondazione svizzera per la cultura ha ricevuto 3676 richieste di finanziamento (146 in più rispetto al 1998) e ne ha potute soddisfare, completamente o parzialmente, il 54 percento.

Il 60 percento dei sussidi e dei crediti sono andati all’estero, mentre il 40 percento sono stati distribuiti in Svizzera. Fra le discipline artistiche, la musica fa la parte del leone, con un totale di oltre 3 milioni di franchi (233 mila franchi in più rispetto al 1998). La danza ha ottenuto 1,4 milioni (meno 13 mila franchi) e le arti visive 2,6 milioni (meno 112 mila franchi).

Fra le novità figurano gli aiuti accordati per la prima volta a case editrici. I laureati 1999 erano tutti romandi: le edizioni dell’Aire, Bernard Campiche e Zoé. Ognuno dei tre ha ricevuto 100 mila franchi.

Uno dei punti forti del 1999 per Pro Helvetia è stato il rilancio del processo di riforma dell’istituzione. «L’idea di Pro Helvetia, i suoi obiettivi e i suoi compiti non sono messi in causa, ma i suoi metodi meritano di essere esaminati, tenendo conto dei mezzi a disposizione limitati e del costante aumento del volume di lavoro», rileva nel rapporto la presidente Yvette Jäggi.

La Fondazione deve inoltre prepararsi a partecipare a una nuova ripartizione dei compiti fra le diverse istanze culturali del Paese. Il Consiglio di fondazione esaminerà nuovamente la questione nella seduta plenaria del 6 luglio. Discuterà due modelli di riforma: uno propone una riorganizzazione radicale delle strutture,
l’altro un rinnovamento più morbido.

Per il quadriennio 2000-2003 le risorse disponibili sono 130 milioni di franchi. Benché tali risorse siano state aumentate dal parlamento rispetto all’ultimo periodo di finanziamento, nei prossimi anni non dovrebbero bastare per soddisfare la crescente richiesta di sussidi per progetti culturali. Le restrizioni rischiano di colpire in particolare le antenne aperte da Pro-Helvetia in alcuni paesi dell’Europa orientale (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia).

swissinfo e agenzie

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