
Febbre da fusione per i comuni ticinesi

A dare il "la" è stata la contestata unificazione nel settembre scorso di sei centri della Capriasca in un unico comune. Da allora molti altri paesi si sono fatti avanti con progetti di aggregazione. In cantiere ci sono la grande Lugano e la grande Locarno, ma il contagio fusionista si è esteso pure alle regioni periferiche del cantone.
239 comuni, con una densità molto al di sotto della media svizzera, su un territorio 2818 chilometri quadrati con 305 mila abitanti, sono forse ancora troppi. Un municipalismo spinto che però non sembra più al passo coi tempi che richiedono soluzioni politiche e amministrative rapide per problemi che travalicano l’ambito locale. E per la maggior parte si tratta di piccoli villaggi che non raggiungono nemmeno i mille abitanti, con le finanze in rosso e costretti a ricorrere alla compensazione intercomunale, ossia ai soldi versati dal centri più ricchi, per far fronte anche ai bisogni minimi della popolazione. Difatti, sono soltanto 45 i comuni che possono contare sull’autonomia finanziaria.
Ma nonostante le forti e radicate tradizioni di autonomia e identità territoriale, la geografia dei comuni ticinesi è destinata nel giro di qualche anno a cambiare radicalmente. Anche grazie alla nuova politica del Cantone che s’impegna a sostenere con una consulenza mirata e aiuti economici la nascita di aggregazioni comunali più estese e solide. Attualmente sono più di venti i progetti di fusione che riguardano complessivamente una novantina di paesi.
Si è cominciato a metà degli anni ’90 con la costituzione del comune di Onsernone che ha accorpato tre villaggi della Valle; poi la nascita, di Isorno, sempre nell’Onsernone, dall’unificazione di Auressio, Berzona e Loco. Da ultimo
è toccato alla Capriasca con l’aggregazione di Tesserete, Cagiallo, Lopagno, Vaglio, Roveredo e Sala. Un matrimonio tormentato che dopo la decisione del Parlamento ha dovuto pure superare lo scoglio di un referendum e di un ricorso al Tribunale federale. Ma è stato proprio l’esito di quel referendum a dare impulso ad un processo che oggi investe tutto il Ticino. In questi mesi si susseguono le riunioni tra i Municipi, gli incontri pubblici con la popolazione, i sondaggi e i dibattiti.
Nel Sottoceneri il progetto forte è senza dubbio la grande Lugano. Favorevoli ad unirsi con Lugano sono Pregassona, Gandria, Pambio-Noranco e Val Colla. Resistenze ci sono invece da parte di Paradiso e Viganello, mentre sono a buon punto le trattative per accorpare pure Pregassona e Pazzallo. Comunque il municipio di Lugano ha fissato la data del 2004, ossia la scadenza di questa legislatura, come termine ultimo per aderire alla fusione che potrebbe interessare pure Cadro, Villa Luganese, Sonvico e Davesco Soragno.
Nel Luganese sono, inoltre, allo studio le fusioni di Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio, nel Malcantone; di Bioggio, Bosco Luganese e Cimo; di Riviera, Bironico, Medeglia e Isone nell’Alta Valle del Vedggio.
Anche il Mendrisiotto si muove decisamente su questa strada. Nel marzo scorso hanno intavolato la discussione con il Governo alcuni paesi della Valle di Muggio: Bruzzella, Cabbio, Caneggio, Morbio Superiore, Muggio e Sagno. A Chiasso, invece, si pensa di accorpare i centri della cintura urbana: Balerna, Novazzano, Morbio Inferiore e Vacallo.
Nel Sopraceneri stenta, invece, a decollare la grande Locarno di cui si parla da un decennio e che dovrebbe aggregare con il capoluogo regionale Orselina, Brione sopra Minusio e Muralto. L’iniziativa sembra ostacolata, oltre che da un forte campanilismo, dalla difficile situazione finanziaria di Locarno che a differenza di Lugano non sembra esercitare alcuna attrazione sui comuni limitrofi.
Si procede più spediti in Vallemaggia dove dagli attuali 22 comuni si potrebbe scendere a 5, mentre la necessità di una nuova aggregazione amministrativa si sta imponendo anche nel Gambarogno e nelle Terre di Pedemonte con la possibile unificazione di Verscio, Tegna e Cavigliano.
E tira aria di fusione pure nella Leventina dove da alcuni mesi si sono gettate le basi per unire Bodio, Personico, Pollegio e Giornico.
Libero D’Agostino

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