
Come Locarno è diventata la “città della pace”
Nota per il suo idilliaco scenario lacustre e la sua atmosfera vacanziera, Locarno fu la cornice inaspettata di un importante successo diplomatico nel 1925, che divenne sinonimo di riconciliazione e pace in Europa. L'evento ebbe un impatto duraturo sulla città.
Negli anni Venti, Locarno era una piccola cittadina con una fiorente industria orologiera e chimica. Anche il suo settore turistico godeva di un buon giro d’affari, attirando villeggianti dall’estero grazie alle cime verdeggianti e alle acque cristalline circostanti.
Nell’arco di dieci giorni, nell’ottobre del 1925, la città accolse una tipologia di visitatori del tutto diversa, ospitando colloqui diplomatici di alto livello più comunemente associati a Ginevra, nella Svizzera occidentale, all’epoca sede della Società delle Nazioni, l’organismo precursore delle Nazioni Unite. A Locarno si riunirono i rappresentanti di sette Paesi europei per consolidare la sicurezza nel continente dopo la Prima guerra mondiale.
Il contesto della Svizzera meridionale, descritto Collegamento esternocome “perfettamente bello” da Miles Lampson, membro della delegazione britannica, si sposava con il clima inaspettatamente conviviale tra le nazioni vincitrici, tra cui Francia, Gran Bretagna e Belgio, e lo Stato sconfitto della Germania. A Locarno, riferì Lampson, i diplomatici discussero le loro divergenze “con la massima discrezione e buon umore”.
Nuove linee telegrafiche e alberghi di lusso
Per stendere il tappeto rosso a circa 100 diplomatici e oltre 200 giornalisti, i 6’000 abitanti di Locarno rimisero a nuovo le facciate delle case e prepararono piccoli concerti nei caffè locali per intrattenere le delegazioni, racconta Rodolfo Huber, l’attuale archivista della città.
Le autorità installarono nuove linee telefoniche e telegrafiche affinché la stampa potesse inviare i propri resoconti quotidiani sulla conferenza. La polizia locale garantì la sicurezza.
L’archivista della città Rodolfo Huber spiega perché Locarno fu scelta per ospitare i colloqui del 1925:
Le sistemazioni furono organizzate in alberghi di lusso, come il Grand Hotel per le delegazioni britannica, belga e francese, e l’Hotel Esplanade per quella tedesca.
Per tutta la durata della conferenza, il sindaco della città, Giovan Battista Rusca, fece da padrone di casa ufficiale. Nessun delegato della Svizzera fu inviato a partecipare ai colloqui, poiché il Paese era neutrale ed era rimasto estraneo alla guerra.
Quando, dopo dieci giorni di discussioni, i diplomatici emersero dal palazzo di giustizia dove si erano svolti gli incontri ufficiali, avendo concordato una serie di nuovi trattati, una folla in attesa all’esterno applaudì fragorosamente.
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Mantenere vivo lo “spirito di Locarno”
Oggi il centro cittadino ha da tempo perso il suo carattere industriale, anche se il turismo continua a rappresentare una componente importante dell’economia locale. Alcuni luoghi simbolo della conferenza, come il palazzo di giustizia e il Grand Hotel, sono caduti in disuso, con piani attualmente in corso per il loro restauro.
Locarno, tuttavia, si è impegnata a fondo per mantenere vivo lo “spirito di Locarno” – il senso di cooperazione e pace incarnato dal Patto – facendo proprio questo illustre episodio della sua storia.
Ha allestito una mostra permanente che ripercorre la storia dei colloqui nel Castello Visconteo della città e ha celebrato i principali anniversari con eventi come l’inaugurazione di opere d’arte pubbliche. Fu durante una di queste ricorrenze che si diffuse l’espressione “Locarno, città della pace”, afferma Huber.

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Questa visione ha aiutato Locarno ad affrontare i momenti bui della sua storia, sostiene. Quando nel 2005 ha celebrato l’80° anniversario del Patto, ha rivisitato un altro evento accaduto 450 anni prima, quando la città cacciò la comunità protestanteCollegamento esterno. La città pubblicò un libro sulla persecuzione, spiega Huber, e la commemorazione permise alla città di riaffermare la sua odierna convinzione nella tolleranza per tutte le fedi e per tutti i popoli.
Per il centenario, Locarno sta facendo le cose in grande, installando pannelli informativi in tutta la città e organizzando concerti, laboratori didattici, visite guidate e conferenze per approfondire il significato dei trattati.
In collaborazione con il Locarno Film Festival, il più prestigioso evento culturale annuale della città, ha presentatoCollegamento esterno un nuovo Premio per la Pace che sarà assegnato ogni due anni, a partire dal festival di quest’agosto. Huber mantiene il massimo riserbo su chi possa aggiudicarsi il premio inaugurale della città svizzera della pace.
Articolo a cura di Tony Barrett/vm/ts
Tradotto con l’ausilio dell’IA/mrj
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