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Il PPD presenta il suo credo economico

I due "pesi massimi" del PPD: la ministra dell'economia Doris Leuthard e il presidente Christophe Darbellay Keystone

Il partito popolare democratico (PPD) cerca di rinforzare il suo profilo economico. I suoi delegati hanno accettato la riforma dell'imposizione delle imprese e adottato misure a sostegno della crescita.

Riuniti sabato in assemblea a Losanna, i delegati sono stati galvanizzati dall’intervento della ministra dell’economia Doris Leuthard che ha promesso loro: “Vinceremo le elezioni”.

I delegati del PPD hanno accettato quasi all’unanimità la riforma della fiscalità delle imprese. L’attenuazione della doppia imposizione favorirà le piccole e medie imprese (PMI) e darà impulso alla crescita.

I delegati hanno seguito la consigliera federale Doris Leuthard con 86 voti contro uno e tre astensioni. La responsabile del Dipartimento federale dell’economia (DFE) vuole “liberare” le PMI e porre fine alle “seccature fiscali”. “Il fisco oggi ostacola la creazione di imprese innovatrici, ha detto.

Vincere le elezioni

In precedenza, la ministra democristiana aveva galvanizzato le proprie truppe esclamando che, nel prossimo ottobre, il PPD “vincerà le elezioni” federali con la sua politica economica e con la sua particolare attenzione nei confronti della formazione.

Con il suo sistema scolastico, le sue università e le alte scuole professionali, la Svizzera primeggia: “siamo attualmente i migliori e lo saremo anche domani e tra dieci anni”, ha dichiarato la responsabile del Dipartimento federale dell’economia.

Davanti ai delegati del suo partito, la Leuthard ha lungamente insistito sull’importanza della formazione.

Si tratta di un elemento di capitale importanza per lo sviluppo economico del paese, che non ha grandi risorse naturali. In questo settore bisognerà quindi “impegnarsi a fondo e investire ulteriormente”. È quanto propone il PPD: per questo “sono fiera del partito che rappresento”, ha sottolineato la consigliera federale.

Aprire i mercati

Passando in rassegna la situazione economica elvetica, la Leuthard si è rallegrata per le prestazioni attuali di tutti i settori ed ha sollecitato un proseguimento di una politica estera attiva verso il mondo intero e non solo in collaborazione con l’Unione europea (Ue).

La consigliera federale ha ribadito l’importanza degli accordi bilaterali, che dovranno ora essere estesi a Romania e Bulgaria, ma anche delle relazioni con altri paesi emergenti, come il Brasile, la Russia, l’India e la Cina.

A questo proposito si è detta “preoccupata” per il fallimento delle discussioni al WTO sul cosiddetto “Doha Round”, il negoziato sul commercio avviato nel 2001.

Finanziamento degli asili nido

L’assemblea era stata aperta dal presidente Christophe Darbellay, che si è soffermato sul sostegno alle famiglie, minacciate dalla polarizzazione destra-sinistra.

Il vallesano ha sottolineato come il PPD sia l’unico partito in Svizzera ad esaminare i vari aspetti della politica dal punto di vista della famiglia.

Il presidente ha biasimato la sinistra e le “tariffe proibitive” degli asili nido nelle grandi città governate proprio dai socialisti. I costi “sono progressivi al punto che i padri e le madri non hanno alcun interesse a lavorare, neppure a tempo parziale, dopo la nascita di un figlio”, ha affermato.

Spingere la gente a seguire una formazione e poi mettere loro i bastoni fra le ruote con una tale politica è “un vero e proprio nonsenso economico”, ha enfatizzato Darbellay.

Attacco all’UDC

Il presidente PPD si è scagliato anche contro l’Unione democratica di centro (UDC – destra conservatrice), rea di voler costringere, a suo modo di vedere, le donne a tornare ai fornelli.

Bisogna mobilitare l’elettorato femminile – ha affermato – facendogli capire quale minaccia rappresenti per le donne una progressione dei democentristi alle elezioni di ottobre.

Dite a quelle donne che se l’UDC guadagnerà dei seggi “verrà il giorno in cui verranno segnate a dito sul posto di lavoro e trattate come madri indegne”. Per Darbellay, in futuro bisognerà puntare maggiormente sul telelavoro.

swissinfo e agenzie

Sabato, il partito liberale svizzero (PLS – destra) ha tenuto un congresso elettorale. Il PLS intende guadagnare consensi ed aggiudicarsi di nuovo un seggio in Consiglio degli Stati.

Il partito proporrà liste nei cantoni di Ginevra, Vaud – una delle sue maggiori roccaforti -, Neuchâtel, Basilea Città e Vallese.

Nel corso dell’assemblea, il PLS ha ribadito l’importanza del pensiero liberale, secondo cui ogni cittadino deve gestire la propria vita nel rispetto degli altri e senza appoggiarsi allo Stato.

I liberali si sono anche chiaramente opposti a ulteriori divieti che limitano la libertà individuale.

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