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L’ambasciatore svizzero chiede all’ONU di agire

La Svizzera non vuole che si accordino nuovi diritti di veto in seno al Consiglio di sicurezza Keystone

La Svizzera ritiene «particolarmente importante» aumentare il numero di membri del Consiglio di sicurezza e dare nuova vitalità all’Assemblea generale.

L’ambasciatore svizzero, Peter Maurer, ha inoltre dichiarato che i Paesi in via di sviluppo dovrebbero essere meglio rappresentati in seno all’organizzazione.

«Riformare gli organi dell’ONU senza ritardi». È quanto ha chiesto mercoledì all’Assemblea generale, l’ambasciatore svizzero presso l’organizzazione internazionale, Peter Maurer.

Le riforme permetterebbero, secondo Maurer, di razionalizzare il lavoro, accelerare le discussioni e semplificare l’operato dell’Assemblea generale.

Il diplomatico ha inoltre sottolineato il sostegno della Svizzera alla creazione di un Consiglio dei diritti dell’uomo – che dovrebbe avere sede a Ginevra – al posto dell’attuale Commissione.

Priorità

Innanzitutto, la Svizzera desidera che «i dibattiti dell’Assemblea generale si concentrino maggiormente sulle questioni di fondo prioritarie».

Anche in seno al Consiglio di sicurezza (CS) si auspicano dei cambiamenti. In particolare, Maurer si è espresso a favore di un aumento del numero dei suoi membri.

«Un Consiglio ampliato rappresenterà meglio il mondo contemporaneo e potrà agire con maggiore legittimità. È nell’interesse di tutti», ha affermato l’ambasciatore elvetico, secondo cui la riforma del CS dovrà in particolare prevedere una migliore presenza dei Paesi in via di sviluppo.

Durante il suo discorso, Maurer ha inoltre ricordato che non vanno dimenticati i contributi dei singoli Stati membri alle azioni dell’ONU, in particolare nei settori della promozione della pace e della sicurezza, della cooperazione allo sviluppo e del finanziamento all’organizzazione.

«L’allargamento del CS non può favorire soltanto i Paesi più grandi a discapito di quelli più piccoli», ha sottolineato.

Contro il veto

Ai membri dell’ONU, Maurer ha spiegato che la Svizzera è contraria ad accordare nuovi diritti di voto, perché questi bloccherebbero l’operato del Consiglio di sicurezza.

Ampliare il numero di membri del Consiglio è necessario ma non sufficiente: «Anche il metodo di lavoro dell’organo delle NU va modificato», ha dichiarato il membro della missione elvetica.

Fra le riforme auspicate, l’introduzione di regole più precise nel regolamento del CS o in una risoluzione dell’Assemblea generale.

Le nuove normative dovranno permettere di meglio tener conto dei punti di vista di ognuno degli Stati membri dell’ONU in merito delle decisioni del Consiglio.

Consiglio dei diritti dell’uomo

La Svizzera sostiene fermamente la proposta del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, di creare un Consiglio dei diritti dell’uomo al posto dell’attuale Commissione.

La sua realizzazione permetterebbe di occuparsi dei diritti dell’uomo a un livello istituzionale che meglio si adatta alla loro importanza per la pace e la sicurezza mondiale.

Dopo aver ricordato l’intenzione della Svizzera di contribuire attivamente a questo dibattito, Peter Maurer ha spiegato il modo in cui Berna vorrebbe fosse organizzato il Consiglio dei diritti dell’uomo.

Avrebbe lo statuto di organo permanente – situato a Ginevra – e si riunirebbe periodicamente, più volte all’anno.

«Il nuovo organo lavorerebbe a stretto contatto con l’Alto commissariato per i diritti umani», ha concluso.

swissinfo

La Svizzera è favorevole all’aumento del numero di Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Un CS più numeroso rappresenterebbe meglio il mondo attuale e agirebbe con maggiore legittimità.

Nell’ambito della riforma degli organi dell’ONU, gli Stati in via di sviluppo dovrebbero essere meglio rappresentati.

La Svizzera è contraria alla creazione di nuovi diritti di voto, perché ritiene che bloccherebbero la libertà d’azione del CS.

191 Stati membri delle Nazioni Unite
15 Stati membri del CS, di cui 5 membri permanenti (Cina, Francia, Russia, Gran Bretagna, USA)
I membri permanenti hanno un diritto di veto
All’Assemblea generale partecipano tutti i 191 Stati membri

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