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La stampa svizzera s’interroga sul dopo 11 settembre 2001

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Orrore, impotenza e tristezza traspaiono dai titoli e dai commenti dei quotidiani svizzeri in relazione agli attentati negli Stati Uniti. La stampa è unanime nel condannare questi atti e nel ritenere che gli USA risponderanno presto. Alcuni giornali affermano anche che l'America deve assumersi le proprie responsabilità: si parla anche di "ritorno del boomerang".

“Guerra delle civiltà” titola il Tages-Anzeiger nel suo editoriale. Gli Stati Uniti si trovano “mentalmente già in stato di guerra”. Non si sa ancora quante saranno le vittime dei “perfidi” attacchi, “ma la loro conseguenza politica sarà immensa”. “Gli americani sono stati toccati nel loro orgoglio nazionale” e, secondo il Tages-Anzeiger, la loro risposta farà leva sul patriottismo e sarà molto dura. “Chi ha compiuto questi attentati ha provato di essere disposto a tutto per scatenare questa guerra delle civiltà”. Tale guerra è ora un’opzione anche per il mondo occidentale.

Secondo la NZZ, i terroristi hanno confermato la vulnerabilità della tecnologica e consumistica società occidentale. Il giornale zurighese sottolinea che dietro a questi attentati non si nasconde “una follia cieca, ma una follia metodica”. Gli Stati Uniti non accetteranno il linguaggio del terrore e risponderanno presto, rileva l’editorialista. Prima però si tratterà di capire chi ha orchestrato il tutto. Nonostante i sospetti di una radice islamica, non si possono ancora escludere altre piste. “Ma non ci sono dubbi al proposito: gli USA troveranno il modo di farla pagare chi si è macchiato di queste barbarie”.

Per Le Temps, come già fu il caso per il 7 dicembre 1941 (attacco a Pearl Harbour), l’11 settembre 2001 segnerà una svolta nella storia. I terribili attentati perpetrati contro i simboli del potere finanziario e militare USA, equivalgono ad una dichiarazione di guerra. “E’ difficile prevedere gli sconvolgimenti che scaturiranno da queste azioni” commenta il giornale. Questi potrebbero riguardare anche “i rapporti tra culture diverse, l’immigrazione o il concetto stesso di democrazia”. “Il presidente Bush è ora costretto a prendere atto che l’isolazionismo nel quale si stava rifugiando non è più una attitudine praticabile” sottolinea l’editorialista. E conclude affermando che “se l’America entra in guerra, il mondo entra con lei”.

“L’America scopre la guerra a casa propria” rileva 24 heures, il cui editorialista si dice “anestetizzato dall’orrore”. “Un omicida implacabile si è introdotto nel domicilio del gendarme del mondo e lo tortura con metodi terrificanti”. Il giornale vodese sovrappone le “immagini di New York” a quelle dei “campi palestinesi”, ai “bébé irakeni affamati”, ai “bombardamenti in Serbia”, a quelle “popolazioni civili tanto innocenti ed impotenti quanto gli impiegati del WTC, che pagano da decenni il fatto di appartenere al campo sbagliato”. Secondo 24 heures, l’America farà fatica a capire che, in questo “insensato attacco”, subisce quello che, a sua volta, ha spesso costretto a subire.

La Tribune de Genève si chiede “come reagirà un’amministrazione nuova, diretta da un presidente senza esperienza”. Il foglio ginevrino sottolinea la necessità di una risposta politica a questi atti e che ciò rappresenterà “una sfida formidabile”, non soltanto per gli Stati Uniti, ma per il mondo intero.

La Basler Zeitung sottolinea che “ciò che fino a ieri era materia per film hollywoodiani di dubbia qualità, si è trasformato in spaventosa realtà”. Il terrorismo ha raggiunto una dimensione nuova, sconosciuta e terrificante. Il giornale renano si chiede anche come è possibile che l’intelligence americana non si sia accorta di niente. “Speriamo soltanto che la scontata risposta americana, non coinvolga nuovamente, come in questo terribile attentato, masse innocenti” conclude.

La Berner Zeitung titola “Impotenti nella paura” e si chiede come “uomini abbiano potuto compiere” un tale attentato. “Non c’è nessun motivo al mondo”, prosegue l’editorialista, “che possa giustificare una simile giornata dell’orrore. Ma non c’è neppure niente che l’avrebbe potuta evitare”. “Le vittime di questa tragedia sono persone come me e voi, il cui destino prevedeva la morte in questa catastrofe ” commenta il giornale bernese.

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