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Libera circolazione: accordo fra Berna e Bruxelles

Chi vorrà lasciare i cantieri bulgari per il mercato elvetico dovrà attendere il 2009 Keystone

L'Unione europea ha avallato un compromesso sull'estensione a Bulgaria e Romania del suo accordo con la Svizzera sulla libera circolazione delle persone. La Svizzera potrà controllare l'apertura del suo mercato del lavoro fino al 2019.

Tutti gli Stati membri dell’Unione hanno approvato questa soluzione che la Confederazione giudica «accettabile».

Le buone notizie si susseguono per la Svizzera. Dopo l’approvazione da parte dei ministri degli affari esteri dei 27 Stati membri dell’Unione europea (UE) del principio di un’integrazione della Svizzera allo spazio di Schengen, il gruppo AELS (che raggruppa i diplomatici europei che si occupano dei rapporti con l’Associazione europea di libero scambio) ha avallato martedì un compromesso sull’estensione a Romania e Bulgaria dell’accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone.

I due paesi dell’Est europeo hanno aderito all’UE il 1. gennaio 2007. Con l’estensione, l’accordo sulla libera circolazione concluso nel 1999 (e adattato una prima volta nel 2004) necessita infatti la conclusione di un protocollo aggiuntivo.

I negoziati si sono a lungo arenati sulla questione della durata del periodo transitorio durante il quale la Svizzera potrà frenare l’accesso di rumeni e bulgari al suo mercato del lavoro. Bucarest e Sofia hanno in seguito accettato un’intesa che risponde alle aspettative di Berna.

Firma in febbraio?

Il protocollo, che la Commissione europea intende siglare entro metà febbraio, entrerà in vigore soltanto nel 2009. Sempre che sia ratificato dalla Svizzera, dal momento che l’anno prossimo si voterà probabilmente in un referendum.

Per sette anni – quindi fino al 2016 se il calendario sarà rispettato – Berna potrà fissare (come succede oggi) dei contingenti per i permessi di soggiorno accordati a lavoratori provenienti da Romania e Bulgaria.

Durante questo periodo il numero di permessi di corta durata (meno di dodici mesi) che potranno essere emessi aumenterà progressivamente da 3’620 a 11’664. Per i permessi di lunga durata (cinque anni) il numero passerà invece da 362 a 1’207, indica il testo dell’accordo.

I contingenti saranno soppressi al termine di questo periodo transitorio, anche se una clausola di salvaguardia permetterà alla Svizzera di reintrodurre delle restrizioni alla libera circolazione nel caso il paese sia sottoposto ad un afflusso massiccio di manodopera rumena e bulgara che provoca «serie perturbazioni sul suo mercato del lavoro». La clausola potrà essere applicata per tre anni, ovvero fino al 2019.

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Aiuti finanziari, la prossima tappa

Il compromesso è stato definito «accettabile» da Martin Hirsbrunner, responsabile della sezione «Libera circolazione» all’Ufficio federale della migrazione. Il governo elvetico lancerà nei prossimi giorni la procedura di consultazione in vista della sua approvazione.

La firma del protocollo da parte della Commissione europea (l’esecutivo dell’UE) e delle autorità federali dovrebbe, teoricamente, permettere di sbloccare un altro dossier sensibile: quello di un nuovo contributo finanziario della Svizzera – stimato attorno ai 250 milioni di franchi su cinque anni – in favore della riduzione delle disparità economiche e sociali all’interno dell’UE.

Romania e Bulgaria, beneficiarie di questo aiuto, hanno chiesto martedì l’apertura di negoziati sul tema «il più rapidamente possibile».

Berna non ha ancora reagito, ma la ministra degli affari esteri Micheline Calmy-Rey aveva affermato, l’8 gennaio scorso, che la Svizzera «ha l’intenzione di prendere una decisione» di principio sulla questione «dopo la conclusione dei negoziati» sulla libera circolazione delle persone. Un momento ormai giunto…

swissinfo, Tanguy Verhoosel, Bruxelles
(traduzione: Luigi Jorio)

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Nel 1999, Svizzera ed UE hanno sottoscritto un primo pacchetto di sette accordi bilaterali (tra cui quello sulla libera circolazione delle persone) destinati a rafforzare la loro collaborazione.

L’accordo sulla libera circolazione, che concerne per il momento i primi 15 Stati membri dell’UE, è entrato in vigore il 1. giugno 2002. In precedenza, i cittadini elvetici avevano approvato l’intero pacchetto di accordi in votazione popolare.

Il 1. maggio 2004, l’UE ha integrato dieci nuovi membri: i tre paesi baltici, la Polonia, la Slovenia, la Slovacchia, la Repubblica ceca, l’Ungheria, Cipro e Malta.

L’accordo sulla libera circolazione tra Svizzera e UE è stato esteso anche a questi paesi (l’estensione è stata approvata dalla votazione popolare del 15 settembre 2005).

Il 26 novembre 2006 il popolo elvetico ha pure accettato un credito di un miliardo di franchi in favore dei dieci nuovi paesi.

L’entrata di Romania e Bulgaria nell’UE (1. gennaio 2007) necessita di una nuova estensione dell’accordo.

Gli svizzeri si dovranno molto probabilmente pronunciare ancora una volta sulla questione, siccome l’Unione democratica di centro (partito di destra nazional-conservatrice) ha annunciato il lancio di un referendum.

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