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La politica culturale di Pro Helvetia a una svolta importante

Pro Helvetia

Alla vigilia dell'attesa seduta del consiglio di fondazione di Pro Helvetia, la presidente Yvette Jaggi si è espressa mercoledì a favore di una riforma dell'istituzione culturale in un'intervento pubblicato sui quotidiani «Le Temps» e «Tages Anzeiger».

La presidente Jaggi ritiene che il consiglio di fondazione deve delegare una parte del suo potere decisionale e concentrarsi sulle questioni di fondo. Il sistema di milizia su cui è basato lo stesso consiglio non consentirebbe infatti a una buona gestione in un momento in cui anche nel mondo artistico e culturale le regole dell’economia hanno il sopravvento.

È quindi necessario – scrive la Jaggi – che il consiglio deleghi la gestione e il potere decisionale al comitato direttivo, al direttore e ai professionisti del segretariato di Pro Helvetia.

Il consiglio di fondazione, che a termini di legge è composto di 25-35 membri, potrebbe in cambio concentrarsi sulle scelte strategiche, sui nuovi indirizzi e sui progetti più complessi o più controversi, per i quali la fondazione sarebbe chiamata a versare contributi.

Durante la seduta di giovedì, il consiglio di Pro Helvetia riunito a Zurigo è chiamato a decidere su due proposte di riorganizzazione. La più moderata prevede un leggero ridimensionamento del consiglio, che continuerebbe tuttavia a mantenere il suo potere operativo.

La proposta più radicale vuole invece trasferire queste competenze al comitato direttivo, i cui membri sarebbero in futuro chiamati a decidere sulle richieste di finanziamento per progetti culturali.

Nella sua presa di posizione, la presidente di Pro Helvetia sottolinea come il dibattito sulla riforma si svolga ormai in un clima piuttosto perturbato. L’obiettivo rimane tuttavia quello di migliorare il funzionamento dell’isituzione culturale.

Le critiche rivolte negli ultimi tempi a Pro Helvetia riguardano in particolare l’eccessivo costo del suo apparato amministrativo: dei circa 30 milioni di franchi che la Confederazione versa ogni anno alla fondazione svizzera per la cultura, soltanto i due terzi circa vengono effettivamente utilizzati per finanziare progetti culturali.

Per decidere sulla concessione di qualsiasi contributo, anche se di soli 300 franchi, è oggi necessario fare allestire una perizia dal consiglio di fondazione, i cui membri possono ricevere fino a 150 franchi di compenso all’ora.

Un altro argomento di critica è la mancanza di una chiara ripartizione delle competenze fra Ufficio federale della cultura, Pro Helvetia, cantoni e comuni, come pure l’assenza di una chiara strategia.

swissinfo e agenzie

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