The Swiss voice in the world since 1935
In primo piano
Democrazia diretta in Svizzera

La tassa d’incentivazione sull’energia per la protezione dell’ambiente

Tassare le energie non rinnovabili come il petrolio invece del lavoro. È il primo passo in direzione di una riforma fiscale ecologica Keystone

Governo e Parlamento propongono di compiere un primo passo per tassare l'energia invece del lavoro. Se accettate, queste misure condurrebbe a un alleggerimento degli oneri sociali e a un rincaro delle energie non rinnovabili.

Inizialmente, questo decreto federale era stato elaborato per opporlo all’iniziativa “Energia e ambiente”, che i promotori hanno in un secondo tempo ritirato perché soddisfatti da questa controproposta e per motivi tattici.

L’introduzione di una tassa per l’ambiente è un passo in direzione di un nuovo ordinamento finanziario con incentivi ambientali. L’idea di base è quella di tassare l’energia invece del lavoro. Il ricavato di questa tassa, circa tre miliardi di franchi all’anno, sarà nuovamente immesso nel circuito economico e servirà ad alleviare gli oneri salariali. In altre parole, sia i datori di lavoro, sia i dipendenti pagheranno meno quote per la previdenza sociale. L’Ufficio federale dell’energia calcola che in media ogni economia domestica pagherà circa 500 franchi in meno all’anno di oneri sociali.

Il costo del lavoro più basso permetterebbe poi di rinsaldare la competitività di tutta l’economia svizzera e faciliterebbe la creazione di nuovi posti di lavoro. Questa tassa consentirebbe inoltre di rafforzare ad esempio l’assicurazione vecchiaia.

L’aliquota della tassa non dovrà superare i 2 centesimi per kilowattora. Essa terrà conto della competitività dell’economia e sarà introdotta gradualmente. Colpirà i vettori energetici non rinnovabili, come petrolio, gas, carbone o energia d’origine nucleare. Le industrie che consumano grandi quantità di energia non rinnovabile potranno beneficiare di disposizioni speciali e deroghe.

Questo articolo costituzionale si inserisce nel concetto di politica energetica sviluppato in Svizzera negli ultimi anni. Il 23 settembre 1990 il popolo accolse l’articolo sull’energia. Nella Costituzione federale è inoltre stata fissata una moratoria di dieci anni per la costruzione di nuove centrali nucleari.

Il governo ha poi elaborato il programma “Energia 2000”. Da un lato, con il decreto sull’energia sono state create nel 1991 le condizioni di base nel contesto del consumo razionale di energia e della promozione di energie rinnovabili. D’altro lato, Energia 2000 prevede anche misure volontarie, alle quali si sono associate decine di uffici pubblici e privati, e colloqui sulle sfide energetiche del 21esimo secolo.

Da segnalare infine che il primo maggio 2000 è entrata in vigore la legge sul CO2. Questa normativa stabilisce che entro il 2010 la Svizzera dovrà ridurre le sue emissioni di C02 del 10 percento rispetto a quelle del 1990.

L’introduzione di questa nuova tassa su cui siamo chiamati a pronunciarci il 24 settembre non comporterà costi supplementari: si tratta di un procedimento neutro dal punto di vista fiscale. In altre parole, i costi non aumenteranno dopo questo cambiamento.

La situazione in Europa
Le tasse che gravano l’energia variano da paese a paese. Generalmente, troviamo la classica imposizione fiscale degli oli minerali e l’imposta sul valore aggiunto. Negli ultimi anni, però, in diversi paesi sono entrate in vigore nuove tasse di tipo ecologico. Tra queste vanno annoverate, ad esempio, le tasse d’incitamento, le tasse sull’anidride carbonica, quelle sulle emissioni di zolfo o di azoto. Attraverso un’imposizione più elevata dell’energia si mira a una riduzione del consumo e degli effetti nocivi sull’ambiente e sul clima. I proventi delle nuove tasse sono impiegati principalmente per la riduzione dei contributi destinati alle assicurazioni sociali o per una diminuzione generale delle imposte. Le energie rinnovabili possono essere esentate da queste tasse o proprio grazie ai proventi così raccolti promosse ulteriormente.·Infine, bisogna precisare che i settori industriali che consumano molta energia e che a causa delle nuove tasse diventerebbero meno concorrenziali, in tutti i paesi sono sgravati in un modo o nell’altro.··

Questo articolo costituzionale dovrebbe dunque permettere di avviare anche in Svizzera, come già avviene in altri paesi europei, una riforma fiscale in senso ecologico. A lungo termine, il sistema fiscale dovrebbe contribuire in modo sostanziale a introdurre uno sviluppo durevole: i carichi che attualmente gravano il lavoro in futuro andranno progressivamente a penalizzare le energie non rinnovabili.

L’elaborazione della legge d’applicazione di questa tassa per l’ambiente sarà realizzata al più presto nel 2004.

Al termine della discussione in Parlamento, questo articolo costituzionale ha beneficiato di un largo appoggio: 41 voti a favore e 3 contro al Consiglio degli Stati, 124 si e 59 no alla Camera bassa. Tra i sostenitori figurano la sinistra, i verdi, buona parte dei radicali e dei democristiani, alcuni democratici di centro.

Con l’avvicinarsi della scadenza del voto, l’opposizione si è però chiaramente manifestata. Contrari sono soprattutto esponenti dell’ala destra dei partiti borghesi e una buona parte degli ambienti economici, per i quali, dietro al pretesto della protezione ambientale si cela una nuova tassa destinata a procurare risorse supplementari allo Stato, per alimentare un nuovo sistema di sovvenzioni.

Mariano Masserini

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR