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Votazione del 24 settembre: l’iniziativa antistranieri “contraria agli accordi bilaterali”

La senatrice radicale Vreni Spoerry (a destra) e i deputati Jean-Michel Cina (democristiano) e Vreni Hubmann (socialista) uniti contro l'iniziativa degli ambienti xenofobi Keystone

Un sì all'iniziativa popolare «per una regolamentazione dell'immigrazione» in votazione il prossimo 24 settembre metterebbe a rischio l'attuazione dei trattati bilaterali tra Svizzera e UE.

Lo hanno detto giovedì a Berna davanti ai media i tre copresidenti del comitato contro l’iniziativa che vuole limitare la popolazione straniera al 18 percento.

Il comitato ritiene che la proposta costituzionale affronta nel modo sbagliato il problema degli stranieri in Svizzera. In particolare è inopportuno mescolare le politiche degli stranieri e dell’asilo.

Per la consigliera agli Stati Vreni Spoerry (PLR/ZH) un sì all’iniziativa equivale a «giocare con il fuoco» e condurrebbe a un indebolimento economico della Svizzera. Il testo in votazione «contraddice senso e spirito dei trattati bilaterali» e vi è il rischio che questi non vengano più ratificati da uno o più paesi membri dell’Unione.

Secondo la senatrice zurighese, il disegno di legge federale sugli stranieri del Governo, attualmente in procedura di consultazione, va nella giusta direzione e costituisce una buona alternativa all’iniziativa: limitare l’immigrazione dai Paesi extra UE considerando la qualificazione e la capacità d’integrazione dei candidati.

Vreni Hubmann ha detto che la soglia del 18 percento non è un «numero magico» al di sotto del quale tutto va bene e superato il quale cominciano i problemi. «Se la Svizzera avesse una procedura di naturalizzazione simile a quella dei paesi limitrofi – ha aggiunto- la popolazione straniera non raggiungerebbe nemmeno l’8 percento, un tasso simile a quello europeo».

Per la Hubmann i giovani stranieri sono parte del nostro futuro, una forza lavoro e di conoscenze per la Svizzera dell’avvenire, che contribuisce pure al finanziamento delle assicurazioni sociali. La parola d’ordine della futura politica degli stranieri deve essere «integrazione». ciale.

Il consigliere nazionale Jean-Michel Cina (PPD/VS) ritiene che la soglia del 18 percento non è una risposta al problema degli abusi nell’asilo, uno degli obiettivi dell’iniziativa. Del resto – ha aggiunto – gli asilanti che si stabiliscono definitivamente nel Paese sono un numero irrilevante.

Il comitato «contro l’iniziativa anti-stranieri» riunisce 186 parlamentari federali. Oltre a rappresentanti dei quattro partiti di governo vi si trovano liberali, verdi ed evangelici.

Ricordiamo che l’iniziativa “Per una regolamentazione dell’immigrazione”, lanciata nel 1994 da un comitato formato da personalità di destra provenienti dal canton Argovia, intende ridurre il tasso di stranieri in Svizzera dal 19,2 attuali al 18 per cento della popolazione. L’iniziativa ha raccolto 121 mila firme, di cui circa 4000 nella Svizzera romanda e 1000 in Ticino. L’iniziativa è la settima di questo tipo dal 1965.

I partigiani dell’iniziativa (Democratici Svizzeri, Partito delle Libertà e qualche radicale svizzero tedesco) insistono sulla forte proporzione di stranieri in Svizzera: 1,35 milioni attuali contro i 900 mila di 20 anni fa, senza contare i frontalieri, gli stagionali e i funzionari internazionali.

Secondo i promotori dell’iniziativa ad eccezione del Lussenburgo, nessun altro paese in Europa ha una proporzione di stranieri così elevata.

Oltre alla riduzione e limitazione della popolazione straniera al livello del 1993, l’iniziativa chiede una regolamentazione più severa per richiedenti l’asilo, profughi di guerra, stranieri alla ricerca di protezione, persone accolte provvisoriamente e stranieri senza dimora fissa: l’eliminazione di attrattive finanziarie per il soggiorno in Svizzera, nonché la possibilità di una carcerazione per stranieri espulsi in vista dell’esecuzione della misura d’espulsione.

swissinfo e agenzie

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