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La riforma delle pensioni prende forma

Anche le donne dovranno probabilmente lavorare in futuro fino a 65 anni per percepire le rendite complete dell'AVS. Keystone

La percentuale di pensionati rispetto alla popolazione attiva è in aumento e pesa sempre più sul sistema pensionistico. Negli ultimi 20 sono però falliti tutti i tentativi di riformare le istituzioni della previdenza per la vecchiaia. La Camera del popolo ha ora tracciato le grandi linee di un nuovo progetto di riforma, che prevede un aumento dell’età di pensionamento per le donne da 64 a 65 anni. 

La generazione del baby-boom ha ormai raggiunto l’età di pensionamento: i costi della previdenza per la vecchiaia aumentano, così come il carico che pesa sulla popolazione attiva per finanziare le pensioni. Mezzo secolo fa, per ogni 10 persone attive vi erano appena 2 pensionati. Oggi sono invece quasi 3 ed entro il 2030 saliranno prevedibilmente a 4. 

Le istituzioni di previdenza per la vecchiaia si trovano quindi di fronte a grandi problemi di finanziamento. Per l’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS) si pronosticano perdite annuali pari a 8 miliardi di franchi entro il 2030. L’aumento della speranza di vita e la riduzione dei redditi sui capitali investiti dovrebbero gravare anche sulle prospettive finanziarie delle casse pensioni. 

Come colmare la lacuna? 

Praticamente tutti i partiti concordano sul fatto che la previdenza per la vecchiaia non potrà essere finanziata senza una riforma. E quasi tutti si erano dichiarati favorevoli ad un mantenimento del livello attuale delle prestazioni del primo pilastro del sistema previdenziale (ASV) e del secondo (casse pensioni). 

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Non vi è invece concordanza sulle soluzioni da adottare per far fronte alla sfide future. Per alcuni partiti, ad esempio, bisognerebbe aumentare l’età di pensionamento, in modo da ridurre la durata delle prestazioni, per altri occorre piuttosto aumentare le tasse per colmare le lacune finanziarie delle istituzioni previdenziali. 

Nel corso del dibattito su Previdenza 2020, il progetto di riforma del sistema di previdenza proposto dal governo, la Camera del popolo ha deciso di portare l’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni – come per gli uomini quindi. Questo aumento era già stato approvato anche dalla Camera dei Cantoni. 

Pensioni più basse 

Entrambe le Camere si sono pure espresse in favore di una riduzione delle rendite delle casse pensioni: il tasso di conversione degli averi del secondo pilastro dovrebbe scendere da 6,8 a 6%. Ciò significa che per ogni 100’000 franchi accumulati nelle casse pensioni in futuro un assicurato riceverà soltanto 6000 franchi di rendita, invece dei 6800 attuali. 

La sinistra si batte contro tagli alla previdenza per la vecchiaia e minaccia di lanciare un referendum nel caso in cui questa riduzione delle rendite non sarà compensata in un modo o nell’altro. Anche il popolo ha già dimostrato più volte in passato di non apprezzare progetti volti a ridurre le rendite della previdenza per la vecchiaia.   

La Camera dei Cantoni aveva proposto, a titolo di compensazione, un aumento mensile di 70 franchi di tutte le rendite dell’AVS. I deputati hanno però bocciato questa proposta, facendo valere, tra l’altro, l’esito della votazione di questa domenica. Il popolo ha infatti chiaramente respinto la richiesta di un aumento del 10% delle rendite dell’AVS, promossa dai sindacati. 

Contributi più alti 

Non è quindi ancora chiaro se e in che modo l’abbassamento delle rendite delle casse pensioni sarà compensato altrove. La maggioranza della Camera del popolo si è espressa per una compensazione all’interno del secondo pilastro. L’importo di coordinamento, ossia la parte del salario non assicurata, verrà ridotto e i contributi dei più giovani saranno aumentati. Ciò dovrebbe portare ad un aumento delle rendite. 

I giovani dovranno capire che spetta a loro risparmiare per il loro secondo pilastro, ha dichiarato Regine Sauter, deputata del Partito liberale radicale (PLR), che ha proposto il modello approvato ora dalla maggioranza. La soluzione adottata è stata respinta – senza successo – dalla sinistra. Si tratta di un modello troppo caro e non efficiente, ha dichiarato Jean-François Steiert, deputato del Partito socialista (PS). 

Età di pensionamento 67 anni 

La Camera del popolo ha inoltre approvato un meccanismo di freno all’indebitamento per l’AVS, che prevede un aumento dell’età di pensionamento a 67 anni, nel caso in cui l’assicurazione statale dovesse accumulare gravi perdite. Una soluzione considerata necessaria per la maggioranza di destra del Consiglio nazionale e combattuta invece dagli schieramenti di centro e sinistra. 

Il Partito popolare democratico (PPD) approverà un aumento dell’età di pensionamento, solo quando l’economia sarà disposta ad offrire un impiego ai lavoratori più anziani, ha affermato Ruth Humbel. Secondo Lorenz Hess, deputato del Partito borghese democratico (PBD), il popolo non sarà disposto ad accettare una simile soluzione. 

Riserve che hanno convinto parzialmente anche i partiti di destra. Per ridurre il rischio di un “no” popolare all’intero pacchetto di riforma, Previdenza 2020, la maggioranza della Camera del popolo ha deciso di ancorare il freno all’indebitamento dell’AVS in un’altra legge. Il popolo sarebbe quindi chiamato ad esprimersi separatamente su Previdenza 2020 e sul freno all’indebitamento dell’assicurazione statale.

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Traduzione di Armando Mombelli

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