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I risultati dell'esplosione di un "drone kamikaze" a Kiev.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

Malgrado non si sia trattato di una dichiarazione ufficiale, quella di Lara Gut-Behrami ha tutta l'aria di essere un annuncio di addio. In un'intervista a Livigno TV, la sciatrice ticinese ha detto che la prossima potrebbe essere la sua ultima stagione. "I Giochi di Milano-Cortina? Mancano due anni, non è una cosa a cui penso. Anzi non credo che ci sarò… Penso che farò ancora un anno e poi mi fermerò", ha asserito la campionessa 33enne fresca di conquista della generale di Coppa del Mondo.

"Non so se è una decisione definitiva. Soprattutto, a fine stagione non è facile avere la lucidità per capire cosa vuoi fare o non vuoi fare. L’unica cosa a cui penso ora è mettere fieno in cascina e lavorare bene domani", ha concluso lasciando aperta qualche porta.

Vi lascio ora alle altre notizie del giorno. Buona lettura!

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I risultati dell'esplosione di un "drone kamikaze" a Kiev.
I risultati dell’esplosione di un “drone kamikaze” a Kiev. Keystone

Alcuni droni impiegati in Ucraina e a Gaza funzionano grazie a un software di pilotaggio automatico sviluppato al Politecnico di Zurigo (ETHZ) tra il 2008 e il 2011.

Tra questi droni ci sono anche i cosiddetti kamikaze. Lo rivela un’inchiesta della Radiotelevisione svizzera in lingua francese RTS, secondo cui l’ateneo e l’inventore del software – un ex studente – affermano a chiare lettere di non avere nessuna responsabilità nell’impiego a scopi bellici di questa tecnologia.

Il programma di pilotaggio automatico, chiamato PX4, nonché la sua evoluzione “Pixhawk”, sono stati progettati da una squadra di circa quindici studenti, supervisionati da alcuni professori. Tale software si è nel frattempo diffuso ampiamente, sia per scopi civili sia militari, venendo venduto a poco più di 100 euro su internet. Ciò ha favorito la crescita di una nuova economia, quella dei droni da guerra autonomi a basso costo: fatto, questo, che solleva varie questioni etiche e strategiche.

Interpellata da RTS, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha spiegato che questi dispositivi di controllo “possono essere considerati a prima vista come open source e liberamente disponibili”. Tuttavia, la SECO sottolinea che rientrano nella categoria delle apparecchiature vietate all’esportazione in Russia e Ucraina, come stabilito da un’ordinanza adottata dal Consiglio federale nel marzo 2022.

edificio circondato da delle gru
La batteria di Energy Vault è alta circa 120 metri e sfrutta la forza di gravità per accumulare energia. Energy Vault

In Svizzera è stata sviluppata una batteria a gravità in grado di immagazzinare l’energia rinnovabile in pesanti blocchi di materiale. Un’idea che suscita interesse nel mondo, soprattutto in Cina.

All’interno di un imponente edificio senza porte né finestre, 3’500 “mattoni” da 25 tonnellate vengono spostati su e giù da un sistema di montacarichi e di binari, posizionandoli in una specie di moderno Tetris tridimensionale. Non è un nuovo concetto abitativo, ma una batteria che sfrutta la forza di gravità per immagazzinare e rilasciare energia.

“All’inizio non immaginavamo che il nostro primo impianto sarebbe stato costruito in Cina”, afferma a SWI swissinfo.ch Robert Piconi, CEO di Energy Vault, l’azienda svizzera di sistemi di accumulo di energia che ha sviluppato e testato il suo prototipo. In Cina, l’imperativo ambientale di accelerare la decarbonizzazione del Paese e le attuali politiche energetiche hanno però offerto opportunità inaspettate a Energy Vault e alla sua innovazione.

Le batterie risolvono infatti uno dei principali problemi della produzione elettrica da fonti rinnovabili: la volatilità. Consentono cioè di immagazzinare l’elettricità in eccesso, generata dal sole o dal vento, e di renderla disponibile nei momenti di maggior richiesta.

Christoph Maeder
KEYSTONE

L’afflusso di immigrati e immigrate nella Confederazione ha assunto proporzioni che non sono più accettabili per buona parte della popolazione, afferma il presidente di economiesuisse Christoph Mäder. 

“L’immigrazione ha raggiunto un livello che, nella percezione di molti cittadini e cittadine, non può continuare”, dichiara il 64enne in un’intervista pubblicata oggi dal Tages-Anzeiger (TA). “Se 100’000 persone si trasferiscono in Svizzera ogni anno si supera l’accettazione della popolazione e la capacità di integrazione del Paese. L’obiettivo è e rimane quello di inserire al meglio le persone immigrate nel mercato del lavoro e nella società”, ha sostenuto il manager respingendo l’accusa di volersi ingraziare la gente su questo tema, dopo la sconfitta subita nella votazione sulla 13esima AVS. 

Non si conoscono però dichiarazioni di economiesuisse – osservano i cronisti di TA – che siano state critiche nei confronti della migrazione negli ultimi anni. “La nostra posizione di base è quella di sostenere la libera circolazione delle persone”, sottolinea Mäder. “Anche in futuro avremo bisogno di un certo livello di immigrazione per soddisfare le esigenze dell’economia e della società”, sostiene il manager che non vuole però suggerire cifre più adatte. 

Secondo il presidente di economiesuisse si dovrebbe sfruttare meglio il potenziale della forza lavoro nazionale. “E abbiamo bisogno di un’offensiva di formazione per mantenere in Svizzera il maggior numero possibile di attività a più alto valore aggiunto”. 

Domat/Ems
© Keystone / Gian Ehrenzeller

L’azienda energetica Axpo ha inaugurato venerdì uno stabilimento nel Canton Grigioni che permette di produrre fino a 350 tonnellate all’anno di idrogeno

L’impianto di Domat/Ems è il più grande in Svizzera per la produzione di idrogeno a zero emissioni di CO2, con un risparmio di 1,5 milioni di litri di combustibile diesel all’anno. Grazie al collegamento diretto con la centrale idroelettrica di Reichenau, che fornisce l’energia necessaria, lo stabilimento produce idrogeno neutrale dal punto di vista climatico e rappresenta quindi un progetto pionieristico.  

Per Axpo l’idrogeno verde costituisce un’importante fonte energetica rispettosa del clima, in particolare nei settori dell’industria e della mobilità, e rappresenta un tassello fondamentale per la decarbonizzazione. L’inclusione dell’idrogeno nel mix energetico è destinata a svolgere un ruolo sempre più importante nella futura sicurezza degli approvvigionamenti. 

Nell’ottica di continuare a promuovere le tecnologie legate all’idrogeno, insieme alla compagnia di navigazione Lake Lucerne, il gruppo energetico sta progettando, ad esempio, il primo battello per passeggeri alimentato con l’“idrogeno verde” di Axpo.  

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