Critiche in aumento contro i contingenti di manodopera straniera
Gli ambienti economici considerano i limiti fissati ogni anno dal Consiglio federale troppo poco flessibili e non adatti alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione. I trattati bilaterali potrebbero portare cambiamenti fondamentali.
Norme meno rigide sono richieste in particolare per le nuove tecnologie, come dimostra una lettera inviata nei giorni scorsi al Consiglio federale dalla Camera di commercio svizzero-americana: nella lettera si chiedeva la creazione di un contingente speciale per esperti di informatica, che nella Confederazione scarseggiano.
L’Ufficio federale degli stranieri (UFDS), per bocca del caposezione Kurt Rohner, ha definito questo passo «inusuale». In generale sono infatti i cantoni a far presente le loro esigenze supplementari. Per il periodo compreso tra il primo novembre 1999 e il 31 ottobre 2000 sono stati previsti 17 000 permessi annuali, 18 000 permessi di dimora temporanei e 88 000 permessi stagionali. La Confederazione gestisce rispettivamente 5000, 7000 e 8000 permessi per far fronte agli imprevisti: il resto è attribuito ai cantoni.
Finora la distribuzione dei contingenti ha funzionato bene, ha spiegato Rohner, ma in futuro la situazione potrebbe cambiare, ad esempio in seguito ad un’inaspettata fusione che renderebbe necessario l’inserimento di lavoratori stranieri in un’azienda elvetica. La costellazione economica in continuo movimento rende difficile la definizione dei contingenti. Nell’era della mobilità è praticamente impossibile prevedere con esattezza e in anticipo la forza di lavoro necessaria.
Critiche a contingenti considerati troppo restrittivi vengono mosse anche in settori tradizionalmente legati alla manodopera estera, come il turismo e l’edilizia. Nuove vie sono state sperimentate nell’agosto del 1999, quando con l’assenso dell’UFDS i cantoni hanno dato vita ad un «mercato del lavoro» regionale: il Vallese in quell’occasione ha ceduto a Vaud circa 120 permessi. Per Rohner si è trattato comunque di un caso eccezionale. A suo avviso, aumentare i contingenti a disposizione della Confederazione non rappresenta una soluzione, poiché i cantoni non sarebbero più stimolati a gestire con oculatezza i propri.
L’Unione svizzera di commercio e d’industria vedrebbe di buon occhio una regolamentazione a livello nazionale. Il direttore Peter Hasler ritiene ipotizzabile persino lo scambio generalizzato dei contingenti da parte dei cantoni.
Il settore sarà però toccato da profondi cambiamenti. Ancora quest’anno sarà posta in consultazione la revisione totale della legge sugli stranieri, che risale al 1931. Ma soprattutto inciderà l’accordo sulla libera circolazione delle persone con l’UE: immediatamente dopo l’entrata in vigore dell’intesa lo status di stagionale sarà abolito e verranno concessi solo permessi di breve e lungo periodo (rispettivemente di uno e cinque anni). Dopo cinque anni il sistema dei contingenti per i cittadini dell’Unione europea verrebbero completamente stralciati.
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