In Ticino fra certo e incerto

Nel quadro del festival «Science et cité», il Ticino presenta un'ampia rassegna di manifestazioni. Dai caffè scientifici ai percorsi preparati dagli studenti delle scuole ticinesi, dalle visite negli istituti di ricerca alla tavola rotonda con il Nobel in medicina Dulbecco e il filosofo Galimberti, il pubblico avrà occasione di dialogare con il mondo scientifico. Ponendo e ponendosi questioni sul tema «il certo e l'incerto».
Perché «il certo e l’incerto»? «Il progresso scientifico ha prodotto molti impatti positivi per la gente», ci spiega Mauro Carnevale, responsabile della manifestazione in Ticino, «impatti che sono certi, che si sanno.» Questo per quanto riguarda il certo.
E l’incerto? Ancora Carnevale: «Ci sono aspetti della scienza che la gente non riesce a captare, a vedere, e che quindi rimangono incerti.» E poi c’è il problema del linguaggio: «Un linguaggio, quello scientifico, che per molti rimane comunque lontano».
L’incertezza, riferita alla scienza, diventa ancora più evidente se riferita a certi progressi, soprattutto nel campo della biologia, che toccano l’identità biologica stessa dell’essere umano, chiarisce un testo introduttivo al programma delle manifestazioni in Ticino. Ma riportare la scienza ad un discorso costruito attorno ai poli del certo e dell’incerto significa anche smitizzarla e rimetterla – se così si può dire – al suo posto, osservandola come uno dei tentativi dell’uomo di comprendere la realtà che lo circonda.
Il programma
Per approfondire il discorso, i visitatori di «Science et Cité» in Ticino hanno solo l’imbarazzo della scelta. Fra le attività proposte, vi è per esempio la visita a sedici istituti di ricerca, musei, ospedali. Porte aperte che permettono di confrontarsi con i ricercatori attivi nell’ampia rete di laboratori presente sul territorio ticinese.
Un altro appuntamento è quello dei «caffè scientifici», dove di volta in volta due esperti si prestano al dialogo con il pubblico. Il 7 maggio a Bellinzona, in piazza Collegiata, si parla di «eterna giovinezza«; l’8 maggio a Lugano, in piazza Riforma, di «doping», con la partecipazione di Kubilay Türkyilmaz; il 10 maggio a Locarno del «gene dell’amore». Tutti i caffè scientifici si svolgono dalle 17 alle 20.
Venerdì 11 e sabato 12, al teatro Cittadella di Lugano, va in scena una pièce teatrale scritta per il festival e dedicata alla fisica Marie Curie, con l’attrice ticinese Silly Togni nel ruolo della protagonista.
Durante la giornata conclusiva del festival, il 12 maggio a Lugano, gli scolari di alcune scuole medie del cantone e gli studenti dei licei di Locarno, Bellinzona e Lugano propongono vari percorsi interattivi dedicati alla scienza in generale e alla biologia e biogenetica in particolare. In piazza della Riforma si può inoltre visitare una tenda multimediale realizzata dalla TSI e dal Centro scientifico di Manno.
E per finire, sempre sabato, nel patio del Municipio di Lugano, si tiene una tavola rotonda sulla biogenetica, con la partecipazione di Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina, il filosofo Umberto Galimberti, Marco Baggiolini, presidente dell’Università della Svizzera Italiana e Charles Kleiber, segretario di stato svizzero.
I liceali e le biotecnologie
Dal momento che il festival vuol rivolgersi in particolare ai giovani, abbiamo voluto conoscere le esperienze fatte dagli studenti liceali nella preparazione dei percorsi interattivi di sabato. «Si tratta soprattutto di studenti dei corsi opzionali di biologia e chimica, previsti nel nuovo ordinamento della maturità», ci spiega Laura Donati, direttrice del liceo di Locarno, «il discorso sulle biotecnologie, sugli organismi geneticamente modificati lo hanno quindi già affrontato nel corso degli studi».
«I ragazzi capiscono bene la complessità del fenomeno.», rileva l’insegnante di biologia Claire Beretta-Steiner. Con il suo gruppo di studenti del liceo di Locarno partecipa a uno dei progetti, dedicato alle piante geneticamente modificate. Gli studenti dei corsi opzionali di biologia non sono necessariamente orientati verso uno studio scientifico.
L’atteggiamento critico, dice, è ampiamente diffuso. «Sono emerse anche molte critiche al modo con cui i media affrontano il tema della biogenetica. Troppa confusione di termini.» E anche il legame tra scienza e potere economico suscita la preoccupazione degli studenti.
«Sono comunque piuttosto i ragazzi contrari agli OGM che si dimostrano più attivi nelle discussioni. Chi vuole intraprendere una carriera scientifica è più prudente.» Ma in ogni caso, sottolinea l’insegnante, gli studenti sanno sottrarsi alla logica del bianco e nero. «Volevo realizzare dei pannelli in cui rappresentare due personaggi esemplari, Dicosì e Dicono, ma i ragazzi non hanno voluto semplificare in questi termini la questione».
Una buona premessa, per quell’atteggiamento critico ma ragionevole che i promotori del festival «Science et Cité» vorrebbero contribuire a creare.
Andrea Tognina

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.