Lotta contro la droga: il modello svizzero meno osteggiato in Europa

La Svizzera è meno isolata in Europa per quanto riguarda la strategia scelta per combattere il fenomeno della droga. Lo afferma da Bruxelles l’ufficio della sanità pubblica.

Ueli Locher e Paul Dietschy, vice direttori dell’Ufficio federale dalla sanità pubblica, sono fiduciosi al termine di una conferenza a Bruxelles, cui hanno partecipato 300 esperti d’Europa, Asia e America ed esponenti di varie organizzazioni internazionali e non governative.

Principi difesi da tempo da parte elvetica, quali ad esempio quelli relativi all’»aiuto alla sopravvivenza dei tossicomani», cominciano a farsi strada anche in Europa, hanno indicato i due alti funzionari. La Svizzera, hanno aggiunto, si sente meglio compresa nella sua politica «multidisciplinare», che comporta misure di repressione ma anche assistenza alle persone dipendenti. La sola distribuzione di siringhe sterili ha permesso in Svizzera di dividere per cinque il numero dei contagi da aids e «queste cifre cominciano a convincere».

Oggi, ha constatato Locher, la Svizzera è meno attaccato sul piano internazionale per i suoi programmi di distribuzione controllata di eroina. E in futuro la situazione dovrebbe migliorare grazie allo scambio reciproco di esperienze.