Sterilizzazione handicappati: una novità che suscita scetticismo
L'Accademia svizzera delle scienze mediche ha emanato nuove linee direttive sulla sterilizzazione, per offrire ai minorati mentali una maggior libertà di vivere la sessualità. Ma le organizzazioni di handicappati sono scettiche.
Nelle nuove linee direttive, publicate giovedì nella Rivista dei medici svizzeri, la capacità di discernimento di una persona non figura più in primo piano nella questione della sterilizzazione. Finora, tale capacità doveva essere chiarita dal profilo psichiatrico: se la persona interessata ne risultava provvista, le spettava la facoltà di decisione. Se invece ne risultava priva non poteva subire una sterilizzazione.
Ora passa in primo piano la volontà degli interessati. La sterilizzazione può essere effettuata anche se la persona interessata risulta incapace di discernimento. L’ASSM ammette che non può essere appurato con certezza se un handicappato mentale capisce il significato e le conseguenze di una sterilizzazione. Quest’ultima può però andare anche nel suo interesse.
Ma le organizzazioni di handicappati chiedono leggi invece di direttive. La Pro Infirmis e la Federazione di genitori di handicappati mentali Insieme non sono d’accordo né con le vecchie direttive né con quelle nuove, perché ritengono che, in generale, delle linee direttive non siano una soluzione. Le due organizzazioni chiedono perciò una base legislativa per tutta la Svizzera, che contempli un divieto della sterilizzazione con eccezioni chiare e precise.
Insieme rimprovera alle nuove direttive la mancanza di protezione degli handicappati. In particolare, se si ammette la possibilità di sterilizzazione per minorati mentali, si deve garantire che se viene effettuata è realmente nell’interesse della persona handicappata, esige l’organizzazione. A suo avviso, ciò è possibile solo tramite un’istanza di controllo indipendente, mentre le linee direttive non garantiscono invece tale controllo.
Pro Infirmis vede nelle nuove direttive anche il pericolo di sterilizzazioni inutili o abusive e deplora inoltre l’insufficiente coinvolgimento delle organizzazioni di handicappati nella formulazione delle linee direttive.
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