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Una miss non come le altre

La prima edizione dei Miss Handi-Culture. Handi-Culture

Trasformare gli sguardi impietositi in sguardi ammirativi. E’ uno degli obiettivi dell’Associazione Handi-Culture.

Quest’anno organizza a Lugano, venerdì 8 ottobre, la seconda edizione dell’elezione di Miss Handi-Culture. Un’iniziativa che non convince però tutti.

Presidente dell’Associazione Dalila Vionnet, una donna che nella sua vita ha dovuto lottare molto. Algerina di origine, classe 1970, colpita dalla poliomielite all’età di due anni, fugge la violenza del suo paese e nel 1996 chiede asilo in Svizzera. Nel 2004 riceve il premio “Femme exilée, femme engagée”.

Un’immagine positiva

Sposata, madre di una bambina, vive a Ginevra e consacra parte del suo tempo all’associazione. Attraverso l’allestimento di un’agenda culturale per le disabili, Dalila vuol dare loro la possibilità di realizzare i loro sogni, di mettere in valore le loro capacità creative. E, soprattutto, di offrire mezzi e occasioni per proporre un’immagine alternativa positiva. L’organizzazione di concorsi di bellezza, per esempio, rientra nell’attività dell’associazione.

“Alcuni vivono malissimo la loro condizione e non sopportano lo sguardo degli altri – ha spiegato Vionnet presentando alla stampa ticinese il concorso – e preferiscono vivere nell’ombra, ritirandosi dalla vita reale, per calmare il dolore”. Per curare le ferite legate alla diversità.

Poter realizzare i propri sogni

Ma come è nata l’idea di creare un’associazione di questo tipo? “Quando avevo 16 anni – spiega a swissinfo Dalila Vionnet – guardavo le miss sfilare sulle passerelle. E mi sono detta: perché non fare qualcosa di simile per le portatrici di andicap. Ricordiamoci che siamo donne, prima di tutto. E che il recupero della femminilità passa anche attraverso l’eleganza, il piacere di curarsi, il gusto della vita”.

Accusata dalle altre associazioni attive nel mondo dei disabili di puntare sull’esibizione, Dalila Vionnet taglia corto e dice: “La nostra associazione propone una visione diversa e pone al centro la valorizzazione personale della donna, troppo spessa ripiegata su se stessa, stanca degli sguardi di pietà dispensati dalla maggioranza delle persone”.

“Le donne – continua Vionnet- hanno dei sogni e hanno bisogno di sognare. Perché allora non dare l’opportunità per realizzare parte di desideri finora negati?”.

Vincitrice della prima edizione del concorso, Doris Peyer testimonia affermando che quell’esperienza le ha cambiato la vita: “L’elezione di miss mi ha permesso di rinascere, di ritrovare fiducia in me, di affermarmi e di integrare il mio andicap. Sono riuscita ad uscire dal mio ruolo di vittima. Invece di aspettare, occorre dare, agire, reagire”.

Scetticismo in Ticino

In concorso ci saranno anche due concorrenti del Ticino. Ma la Federazione ticinese per l’integrazione degli andicappati (FTIA), prende le distanze dalla manifestazione. “Come FTIA il nostro orientamento è saldamente legato all’integrazione dei disabili – spiega a swissinfo Francesco Mismirigo della FTIA – che riteniamo fondamentale e prioritario”.

Interessata in un primo tempo a patrocinare l’elezione di Miss Handi-Culture, la FTIA si è poi resa conto che le visioni e i progetti di integrazione divergono sostanzialmente dall’associazione ginevrina.

L’integrazione è importante

“L’iniziativa in questione – aggiunge Mismirigo – di fatto non promuove l’integrazione. Poteva essere interessante se integrata in manifestazioni analoghe. Avevamo proposto di inserire la manifestazione nel concorso Miss Insubria, il cui comitato si era espresso favorevolmente. Ma c’è stato un muro”.

“Eppure in un contesto come questo – commenta Mismirigo – la donna disabile sarebbe stata valorizzata al pari delle sue simili”. Come accade nello sport che all’interno di una medesima disciplina vi sono le differenti categorie: élite, junior, senior, donne, invalidi.

“Dal mio punto di vista – conclude Mismirigo a titolo personale – si tratta piuttosto di un’ iniziativa commerciale. Stupisce infatti l’assenza di altre associazioni ticinesi legate all’andicap. Forse il nostro scetticismo è condiviso anche da altri.”

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

A Lugano la seconda edizione del concorso.
6 le candidate all’elezione nazionale 2004.
Doris Peyer il nome della prima Miss Handi-Culture eletta nel 2003.
L’Associazione ha sede a Le Lignon (Ginevra).

Gli obiettivi dell’associazione sono contenuti in una Charta di sette punti. Si prefigge, tra l’altro, di proporre uno sguardo sulla persona andicappata da un’angolatura produttiva e creativa.
E ancora: migliorare la fiducia in se stessi, imparare ad accettare lo sguardo degli altri.

Rimane scettica la Federazione ticinese per l’integrazione degli andicappati, perché l’iniziativa “non promuove l’integrazione”.

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