Il parlamento per una formazione professionale agile

Due terzi dei giovani svizzeri svolgono un apprendistato. Il sistema, invidiato all'estero, va spolverato con una revisione della legge, ma non ancorato nella Costituzione.
Dopo la Camera bassa, lo scorso dicembre, giovedì anche il Senato ha bocciato l’iniziativa “per posti di apprendistato” presentata da diverse organizzazioni giovanili e dai sindacati. I due rami del parlamento si sono dunque allineati sulla posizione del Consiglio federale, che propone la revisione della legge sulla formazione professionale quale controprogetto indiretto all’iniziativa.
Una proposta troppo poco agile
L’iniziativa vorrebbe iscrivere nella Costituzione il diritto a una formazione professionale di base. I mezzi finanziari necessari sarebbero riuniti grazie a un fondo nazionale costituito con contributi forniti dai datori di lavoro.
Per il governo, si tratta di un’iniziativa troppo centralizzatrice e burocratica. La gestione del fondo nazionale provocherebbe un lavoro amministrativo considerevole. L’introduzione di un tale fondo rischia di indurre le aziende a disinteressarsi della formazione dei loro apprendisti, dal momento che essa sarebbe completata con un’offerta della Confederazione. Sempre secondo il governo, si corre anche il rischio che si rompa il legame stretto e utile che unisce la formazione professionale e la pratica.
La legge meno vincolante
Il campo borghese è dell’opinione che gli scopi dell’iniziativa siano realizzati dalla revisione della legge sulla formazione professionale, già approvata alla Camera bassa e la cui discussione è prevista in giugno alla Camera alta.
La legge, meno vincolante dell’iniziativa, dovrebbe rafforzare la formazione professionale nel suo insieme, creando condizioni quadro più interessanti per apprendisti e padroni. Le soluzioni proposte dalla revisione legislativa terranno conto delle capacità individuali e dei bisogni dei diversi settori economici. Il contributo della Confederazione nel pacchetto di spese del settore pubblico passerà dal 20 al 25%.
Il ministro dell’economia Pascal Couchepin ha messo in guardia dalle illusioni che un diritto all’apprendistato inserito nella Costituzione potrebbe sollevare. “Un giovane potrebbe finire per credere di avere il diritto a un posto di lavoro al termine del periodo di formazione, indipendentemente dal tipo di apprendistato da lui scelto.”
I senatori hanno seguito il ministro, bocciando l’iniziativa con 30 voti contro 5. Si conclude così l’iter parlamentare di questo testo. Non è però detto che si giungerà a una votazione popolare. I promotori valuteranno la portata della revisione della legge e potrebbero decidere di ritirare la loro iniziativa.
Mariano Masserini

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