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La Svizzera potrà esportare armi verso gli Emirati arabi

Quaranta blindati M109, spediti negli Emirati arabi uniti, si trovano da mesi in Marocco Keystone

L'esportazione di armi verso gli Emirati arabi uniti è di nuovo autorizzata. La settimana scorsa, il governo svizzero ha soppresso il divieto introdotto nel mese di marzo.

La decisione è stata adottata dopo che le autorità del paese arabo hanno presentato le loro scuse per aver rivenduto al Marocco carri blindati acquistati dalla Svizzera.

Su proposta del ministro dell’economia Joseph Deiss, il Consiglio federale ha deciso la settimana scorsa di sopprimere il divieto di vendere armi agli Emirati arabi uniti, imposto nel marzo scorso.

La notizia, pubblicata lunedì dal quotidiano Tages Anzeiger, è stata confermata dalla portavoce del Dipartimento federale dell’economia Evelyn Kobelt.

La portavoce ha pure indicato che, il 30 maggio scorso, gli Emirati arabi uniti hanno inviato una lettera, in cui presentavano le loro scuse per aver rivenduto al Marocco, senza il consenso del governo elvetico, carri blindati M-109 acquistati dalla Svizzera.

In base alla lettera, l’esportatore svizzero Ruag, un’azienda pubblica che fabbrica materiale bellico, era al corrente della destinazione dei blindati venduti dalla Svizzera, diventati obsoleti presso l’esercito elvetico.

Il Consiglio federale ha così deciso di procedere ad una verifica sul ruolo svolto dalla Ruag, chiedendo l’elaborazione di un rapporto.

Accordo non rispettato

Nell’agosto dell’anno scorso, lo stesso Joseph Deiss era stato costretto ad annunciare pubblicamente che 40 carri M-109, venduti nel 2004 agli Emirati arabi uniti, erano finiti nelle mani delle autorità di Rabat.

Con la cessione dei carri al Marocco, gli Emirati arabi uniti erano venuti meno alla clausola del certificato di destinatario finale (end-user certificate).

Il governo di Abu Dhabi aveva ammesso in quell’occasione di aver chiesto ed ottenuto il permesso degli Stati uniti, costruttori dei carri armati, ma non della Svizzera, paese venditore.

Secondo il ministro elvetico dell’economia, la Confederazione non avrebbe concesso probabilmente il suo benestare alla cessione degli M-109 al Marocco, paese in cui si trascina da anni un conflitto tra le autorità e il fronte indipendentista Polisario per la regione del Sahara occidentale.

Divieto provvisorio

Sempre l’anno scorso, gli Emirati arabi uniti avevano manifestato la loro intenzione di acquistare 180 carri blindati M-113, diventati obsoleti presso l’esercito svizzero.

Secondo informazioni trapelate dalla stampa, questi carri erano in realtà destinati all’Iraq. In seguito alle resistenze emerse in Svizzera, le autorità di Abu Dhabi avevano preferito nell’ottobre scorso rinunciare all’acquisto.

Alla luce della polemiche sorte in merito a queste vicende, nel marzo scorso il Consiglio federale aveva deciso di vietare provvisoriamente la vendita di materiale bellico agli Emirati arabi.

Il governo aveva inoltre dato avvio ad una procedura di riesame dei criteri applicati per la vendita di armi o tecnologia militare, valutando la possibilità di esigere una dichiarazione di non riesportazione da parte dei paesi acquirenti.

Critiche della sinistra e dei pacifisti

Come era prevedibile, la decisione del governo svizzero ha sollevato critiche da parte delle forze politiche di sinistra e dei movimenti pacifistisi, che si battono affinché armi svizzere non finiscano in Iraq o nei paesi più poveri del pianeta.

Verdi, Giovani socialisti e Gruppo per una svizzera senza esercito hanno immediatamente protestato contro la ripresa delle esportazioni. A loro avviso, la decisione del governo dimostra che, per Berna, gli interessi economici vengono manifestamente prima dei diritti umani.

Appena la settimana scorsa, un comitato di rappresentanti della sinistra e di pacifisti ha lanciato un’iniziativa popolare per vietare qualsiasi esportazione di materiale bellico o tecnologia militare.

swissinfo e agenzie

Nel 2005, la Svizzera ha esportato materiale bellico verso 72 paesi per un totale di 257,7 milioni di franchi (2004: 402,2 milioni).
Ciò corrisponde allo 0,17% (0,27% nel 2004) del totale delle merci esportate dalla Svizzera.
L’86 % circa (72%) del materiale bellico esportato è stato destinato ai 25 paesi che figurano nell’ordinanza sul materiale bellico e che hanno aderito ai quattro regimi internazionali di controllo delle esportazioni (Gruppo di fornitori di articoli nucleari, Gruppo Australia, Regime di controllo della tecnologia relativa ai missili, Intesa di Wassenaar).

L’importazione, l’esportazione e il transito di materiale di guerra sottostanno ad un’autorizzazione da parte della Confederazione.

Le esportazioni di materiale bellico sono autorizzate, se gli acquirenti non svolgono attività che violano il diritto internazionale, i principi di politica estera della Svizzera o i suoi obblighi internazionali.

Secondo la legge sul materiale di guerra, il destinatario deve fornire garanzie affinché le forniture vengano autorizzate.

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