SARS: il pericolo in aereo è sotto controllo

La polmonite atipica mette in ginocchio le compagnie aeree già provate da crisi e conflitti. Ma la loro organizzazione, la Iata, relativizza i pericoli.
In una conferenza stampa a Ginevra, l’associazione internazionale ha cercato di informare sui rischi dei voli intercontinentali.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lavora febbrilmente. Grazie ai suoi sforzi il virus della polmonite atipica è stato identificato, ma una terapia è ancora lungi dalla realtà.
Il virus della Sars può sopravvivere diverse ore sulle superfici di mobili e oggetti. L’agenzia dell’Onu precisa però che si tratta pur sempre di fatti osservati nel corso di esperimenti e non del mondo reale.
L’aviazione civile sotto pressione
A soffrire delle conseguenze psicologiche della malattia con un decorso spesso mortale è soprattutto l’aviazione civile. È attraverso i voli intercontinentali che la malattia ha raggiunto il Canada, causando una serie di infezioni a catena. In altri paesi le misure sanitarie hanno evitato una diffusione incontrollata.
Ma l’aviazione civile tiene a precisare che la possibilità di contrarre la polmonite atipica in aereo è comunque estremamente ridotta: l’aria a bordo dei velivoli ha infatti «la purezza di una sala operatoria».
Lo ha assicurato martedì a Ginevra il Direttore generale dell’Associazione internazionale per il trasporto aereo (Iata), Giovanni Bisignani, insistendo peraltro sull’impatto disastroso dell’epidemia di Sars per le compagnie aeree.
Nel 2003, le perdite del trasporto aereo potrebbero raggiungere i 10 miliardi di dollari, ha lamentato. L’Oms ha sconsigliato i viaggi in alcune regioni asiatiche colpite dall’epidemia, la gente esita a salire a bordo di un aereo temendo di respirare aria contaminata dal virus.
Proporzioni minime
Ma, per la Iata, «un solo dato illustra la dimensione esatta del problema: le compagnie aeree – ha detto Bisignani alla stampa convocata presso la sede dell’associazione – hanno trasportato negli ultimi due mesi oltre 200 milioni di passeggeri e tra questi si sono verificati solo cinque probabili casi di Sars».
Il sistema di ventilazione fornirebbe infatti aria pura equivalente a quella raccomandata per una sala per le terapie intensive e – in una nota comune – Iata ed Oms affermano che il rischio di contagio in aereo è molto ridotto.
«I provvedimenti di controllo adottati nei Paesi colpiti come la Cina o Hong Kong sono inoltre efficaci», ha insistito Bisignani. Dall’entrata in vigore di misure di controllo dei viaggiatori nessun caso sospetto di Sars a bordo è stato segnalato. Per Bisignani, «viaggiare in aereo è quindi sicuro».
Misure comuni delle compagnie
Riuniti venerdì scorso a Londra per affrontare la crisi, i responsabili delle compagnie aere e della Iata si sono pronunciati per una standardizzazione delle misure di controllo dei viaggiatori in partenza nei Paesi colpiti all’epidemia.
La Iata – organizzazione che riunisce quasi 300 compagnie aeree – ha inoltre creato una ‘task force’ per affrontare la sfida Sars e ridimensionarla al più presto. Possibilmente prima della stagione estiva, periodo cruciale per le compagnie aeree.
Per ora la situazione è critica. Secondo i dati della Iata, ad Hong Kong il volume di passeggeri nell’ultimo mese è infatti crollato del 60 per cento. A Seul e Singapore il calo dei passeggeri è stato del 40 per cento, a Bangkok del 37 per cento e a Kuala Lumpur del 36 per cento.
«Stiamo vivendo i peggiori anni della storia dell’aviazione civile. Le perdite di questi ultimi due anni sono state di 18 miliardi di dollari. Dieci miliardi di dollari l’anno scorso. Avevamo previsto l’impatto della guerra in Iraq. Fortunatamente – ha analizzato Bisignani – è stata breve ed immaginavamo di poter riprendere volumi, traffico e capacità subito dopo. Ma la Sars purtroppo ha modificato tutti questi programmi. Per cui solo se la situazione si riprenderà rapidamente e potremo approfittare di una buona stagione estiva ci sarà un miglioramento. Ma il 2003 sarà comunque un anno di pesanti perdite per il trasporto aereo».
In tale prospettiva, la Iata – è stato rilevato – chiede misure di sostegno ai governi e alle autorità aeroportuali dei singoli paesi.
swissinfo e agenzie
La Sars preoccupa in particolare la Cina. Le persone contagiate sarebbero circa 3000, mentre i decessi superano ormai le 130 unità. Per evitare il diffondersi dell’epidemia, a Pechino sono stati chiusi diversi locali pubblici e un’università.
Dalla Cina è appena rientrato il consigliere federale Samuel Schmid. Più tranquillo rispetto al direttore dell’Ufsp, Schmid ha dichiarato di non aver mai indossato la mascherina protettiva. Solo i suoi collaboratori sono stati costretti a farlo durante il volo di rientro in Svizzera.
Attualmente nessuna compagnia aerea, nemmeno la Rega, accetta di trasportare persone che presentano dei sintomi sospetti. I controlli effettuati all’imbarco nei paesi asiatici sono più severi di quelli registrati all’arrivo dei voli in Svizzera.

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