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Stessi diritti per coppie sposate o in unione libera, etero o omosessuali, a Ginevra

La discussione per i diritti delle coppie omosessuali si sposta ora sul piano federale, dove è atteso un progetto di legge per la fine di quest'anno swissinfo.ch

Ginevra si mostra ancora una volta all'avanguardia in Svizzera nel campo sociale. Dopo avere accettato l'assicurazione maternità respinta in precedenza dal popolo svizzero, il parlamento cantonale ha ora adottato una nuova legge per lo statuto delle coppie omosessuali o eterosessuali non sposate.

Per la comunità omosessuale si tratta di un segnale importante, ma ora è necessaria una nuova legge sul piano federale. Anche a Ginevra, le coppie non sposate continueranno ad essere discriminate per l’imposizione fiscale e la previdenza sociale. La nuova legge, approvata giovedì sera a grande maggioranza dal legislativo di Ginevra, accorda infatti gli stessi diritti soltanto nei campi in cui la legislazione non è subordinata al diritto federale.

“L ‘esigenza elementare di umanità, si legge nel testo, impone che i partner possano beneficiare degli stessi diritti di cui godono i famigliari per assistere i rispettivi compagni e compagne in caso di malattia e in tutti i settori del diritto cantonale che non cadono sotto la competenza del diritto federale.” In base al primo articolo della nuova legge, due persone che desiderano fare riconoscere la loro vita in comune e il loro statuto di coppia potranno fare una dichiarazione di partenariato presso la Cancelleria di Stato o davanti a un notaio che esercita nel cantone.

Secondo la deputata socialista e relatrice Christine Sayegh, la discussione è in corso in altri cantoni, come a Neuchâtel e a Berna, ma certamente Ginevra è il primo cantone a realizzare un testo di questa portata. “Ginevra è un cantone-città, fa notare la deputata, da noi la gente discute molto, è confrontata con questi problemi e non li percepisce più come un tabù.”

La discussione attorno a questo testo è stata animata. “Un primo progetto di legge, racconta Christine Sayegh, era stato respinto dagli ambienti interessati perché ritenuto troppo timido. Allora abbiamo ricominciato daccapo, coinvolgendo di più queste persone.” Il testo approvato dal Gran Consiglio gode effettivamente di in largo consenso e non dovrebbe essere attaccato con un referendum. “Questa legge, spera la deputata socialista, potrà infondere nuovi impulsi sia ai privati sia alle autorità.”

Per Jean-Paul Guisan, attivo nel movimento “Dialogai” che si occupa di problematiche che toccano gli omosessuali, la nuova legge “ha soprattutto una portata simbolica, perché è limitata al piano cantonale, ma è comunque un segnale molto incoraggiante per tutti gli omosessuali, perché si tratta di un segnale che viene dallo Stato. Il testo contribuirà a creare un clima più favorevole nei confronti degli omosessuali.” Secondo Guisan, sul piano cantonale non era possibile ottenere di più. La lotta si sposta ora sul piano federale, dove gli ambienti gay sperano di ottenere qualcosa di concreto entro due o tre anni.

L’anno scorso il governo ha infatti incaricato il dipartimento di giustizia e polizia, diretto dalla democristiana Ruth Metzler, di elaborare un progetto di legge per riconoscere le coppie omosessuali e registrare ufficialmente il loro partenariato. Questa richiesta fa seguito a diversi interventi negli ultimi anni in favore della creazione di uno statuto giuridico per le coppie omosessuali.

Il governo privilegerà probabilmente una soluzione mediana, senza spingersi fino ad autorizzare l’adozione o la procreazione assistita per le coppie omosessuali. Si tratta di aspetti troppo sensibili, che farebbero quasi certamente scattare la procedura del referendum. La consigliera federale deve presentare un progetto entro la fine del 2001.

Ricordiamo che i paesi scandinavi sono molto più in avanti nella legislazione. La Danimarca è stato il primo paese al mondo, nel 1989, a riconoscere giuridicamente le coppie del medesimo sesso, che possono adottare i figli rispettivi nati in matrimoni precedenti. Negli anni successivi, Norvegia, Svezia e Islanda hanno seguito la stessa strada aperta dai danesi.

Nel 1995, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che invita gli Stati membri dell’Ue a riconoscere alle coppie omosessuali gli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali. Nel novembre del 1999 la Francia ha introdotto il PaCS, Patto civile di solidarietà; da allora oltre 23.000 coppie sono già state registrate. I Paesi Bassi, lo scorso settembre, hanno autorizzato il matrimonio fra omosessuali e l’adozione di figli da parte di genitori dello stesso sesso. Discussioni si svolgono anche in Germania e in Italia, mentre Austria e Gran Bretagna hanno ricevuto un biasimo del Parlamento europeo perché la loro legislazione discrimina gli omosessuali.

Mariano Masserini

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