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Svizzera vuole prorogare Protocollo di Kyoto fino al 2020

(Keystone-ATS) La Svizzera è disposta a ridurre del 20% le proprie emissioni di CO2 entro il 2020, rispetto al 1990. Potrebbe diminuirle anche del 30%, se gli altri paesi dovessero fare altrettanto. La delegazione elvetica ha ricevuto ieri dal Consiglio federale il mandato di impegnarsi, la settimana prossima a Doha (Qatar), per una proroga del Protocollo di Kyoto.

Alla Conferenza mondiale dell’ONU sul clima, in programma dal 26 novembre al 7 dicembre, i delegati di oltre 190 nazioni discuteranno sul regime climatico mondiale da adottare dopo il 2020. Nell’ambito di questa 18.ma conferenza la Svizzera si pronuncerà a favore di un impegno di riduzione di tutti gli Stati commisurato alle quantità di gas serra emesse e alle proprie capacità economiche.

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In occasione della Conferenza di Durban dell’anno scorso, è infatti stato deciso che dal 2020 tutti gli Stati avrebbero dovuto impegnarsi in egual misura a realizzare degli obiettivi di riduzione, assumendosi responsabilità finora esclusivamente a carico dei Paesi industrializzati.

Il primo periodo d’adempimento del Protocollo di Kyoto si concluderà alla fine dell’anno. È probabile che un gruppo di Paesi industrializzati (Svizzera, UE, Norvegia, Australia) opterà a Doha per un secondo periodo di adempimento fino al 2020. Per la proroga del Protocollo di Kyoto la Confederazione pone tuttavia condizioni: chiede agli altri Paesi, industrializzati o in via di sviluppo, di rafforzare il loro impegno nell’ambito del nuovo regime a partire dal 2020 e di portare avanti seriamente i lavori decisi a Durban nel 2011.

In occasione dell’incontro ministeriale dal 5 al 7 dicembre, la consigliera federale Doris Leuthard accompagnerà il direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) Bruno Oberle. La delegazione negoziale sarà guidata dall’ambasciatore Franz Perrez, capo della divisione Affari internazionali dell’UFAM. Sarà composta di 23 membri e comprenderà i rappresentanti dei Dipartimenti federali dell’ambiente, degli esteri, dell’interno e dell’economia, come pure esponenti del mondo economico e scientifico, di organizzazioni di sviluppo e di associazioni ambientaliste.

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