Ucraina: Zelensky, Putin non è pronto a porre fine alla guerra

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che le condizioni del presidente russo Vladimir Putin dimostrano che non è pronto a "porre fine" alla guerra e "puntano a indebolire l'Ucraina". E ha fatto sapere che Kiev continuerà a combattere nel Kursk.
(Keystone-ATS) “Per ora aspettiamo i dettagli dalla parte americana, ma al momento abbiamo gli Shahed e la minaccia missilistica nel nostro paese, quindi gli accordi non funzionano ancora”: è la reazione dell’ufficio di Zelensky dopo la telefonata tra il presidente americano Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, come riporta RBC Ukraina.
Zelensky ha affermato che l’Ucraina è favorevole alla tregua agli attacchi contro le infrastrutture energetiche approvata dalla Russia, ma ha bisogno prima di maggiori dettagli da Trump. “Dopo aver ottenuto i dettagli dal presidente degli Stati Uniti, da parte americana daremo la nostra risposta”, ha detto ai giornalisti, aggiungendo che gli Stati Uniti dovrebbero essere “garanti” e “la nostra parte manterrà l’impegno” finché la Russia lo rispetterà.
L’ufficio del presidente ha sottolineato che la proposta di tregua nei cieli e nei mari era originariamente venuta dall’Ucraina. Tuttavia, la parte americana aveva proposto di andare oltre, arrivando a un cessate il fuoco totale. “Quindi ora sono stati gli stessi russi a respingerlo, il che significa che hanno bisogno di una guerra”.
L’ufficio presidenziale ha inoltre aggiunto a RBC che sta attualmente lavorando sui prossimi passi da compiere per raggiungere la pace in Ucraina. “Stiamo chiarendo i dettagli a livello di team e siamo pronti a compiere i prossimi passi insieme ai partner, ma questo deve essere fatto insieme ai partner, perché è l’unico modo in cui può essere efficace”, hanno aggiunto le fonti a RBC.
L’Ucraina considera una linea rossa il suo status, che la Russia vorrebbe condizionato alla neutralità, e non accetta di mettere sul piatto dei negoziati un piano un ridimensionamento del proprio apparato militare. “Non riconosceremo mai come russi i territori temporaneamente occupati”, ha ribadito il capo staff presidenziale Andriy Yermak.
Zelensky, nelle stesse ore del colloquio tra Trump e Putin è atterrato in Finlandia, dove domani avrà incontri incentrati sulle “misure per porre fine alla guerra” in un paese dove è molto forte il timore di un possibile espansionismo russo. “L’Europa deve essere al tavolo delle trattative e tutto ciò che riguarda la sicurezza europea deve essere deciso insieme all’Europa”, si è limitato a dire arrivando a Helsinki con la first lady Olena.
Il tema delle concessioni territoriali è stato al centro di un tam tam di indiscrezioni andate avanti da settimane. Fonti citate dall’americano “Semafor” hanno riferito ad esempio che l’amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la Crimea – annessa da Mosca nel 2014 – “come territorio russo nell’ambito di qualsiasi accordo futuro per porre fine alla guerra”, e che si sarebbe impegnata per una analoga mossa dell’ONU.
E nella ristretta cerchia dei consiglieri di Zelensky, ha rivelato invece il “New York Times”, si teme addirittura che gli USA siano disponibili a “soddisfare le mire del Cremlino anche sul porto di Odessa”.