In carcere da quattro mesi in Svizzera, l'ex ministro dell'energia atomica Ievgheni Adamov acconsente ad un'estradizione semplificata verso il suo paese.
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Adamov accetta pure che sia la Russia ad istruire la procedura per gli atti di cui è accusato negli Stati Uniti. Adesso tocca a Washington esprimersi.
Ievgheni Adamov si è detto d’accordo ad una procedura di estradizione semplificata verso la Russia e ha pure accettato che sia il suo paese a giudicarlo per gli atti di cui è accusato negli Stati Uniti.
È quanto ha indicato lunedì il portavoce dell’Ufficio federale di giustizia (UFG), Folco Galli. L’UFG aveva deciso giovedì scorso di accordare l’estradizione semplificata alla Russia, dopo aver ascoltato l’ex ministro dell’energia atomica.
Si attende la decisione di Washington
La palla è ora nel campo degli Stati Uniti. “Abbiamo chiesto alle autorità americane se sono pronte a ritirare la loro richiesta d’estradizione”, ha spiegato Folco Galli. “In caso positivo, rinunceranno a perseguirlo negli Stati Uniti e delegheranno la procedura alle autorità russe”.
Se per contro Washington manterrà la sua domanda, l’UFG dovrà esaminare se vi sono le condizioni per un’estradizione e quale dei due paesi dovrà avere la priorità.
L’ex ministro dell’energia atomica russo era stato arrestato lo scorso mese di maggio a Berna, su richiesta della giustizia statunitense.
Adamov accusato di malversazioni
Washington accusa Adamov di aver intascato almeno nove milioni di dollari destinati a migliorare la sicurezza delle infrastrutture nucleari russe. In seguito, Mosca aveva pure chiesto la sua estradizione.
Un mese dopo il suo arresto, il Tribunale penale federale di Bellinzona aveva ordinato la sua scarcerazione, stimando che il suo fermo era contrario al salvacondotto garantito dai trattati internazionali.
A metà luglio, però, il Tribunale federale di Losanna aveva cassato la decisione, e il 10 agosto scorso aveva respinto tutti gli altri argomenti presentati dagli avvocati di Adamov per ottenerne la liberazione.
I giudici federali hanno stimato che la richiesta d’estradizione statunitense non ha retroscena politici, contrariamente a quanto sostiene Adamov.
swissinfo e agenzie
Ievgheni Adamov è stato ministro dell’energia atomica dal 1998 al 2001. Adamov è stato arrestato a Berna il due maggio scorso, su richiesta degli Stati Uniti. Washington lo accusa d’aver intascato 9 milioni di dollari, sottratti ai fondi che la comunità internazionale aveva messo a disposizione della Russia per rendere sicure le istallazioni nucleari obsolete dell’ex Unione Sovietica. Il 17 maggio la Russia aveva comunicato una sua richiesta di estradizione, che ricalcava in buona parte quella americana e riguardava il reato di truffa. Il 9 giugno scorso il Tribunale penale federale di Bellinzona aveva ordinato la scarcerazione di Adamov. Il 19 luglio, il Tribunale federale di Losanna aveva però cassato questa decisione.
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