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Internamento a vita per i delitti sessuali?

Nelle carceri svizzere si cercano soluzioni per recuperare i colpevoli di delitti sessuali Keystone

Alcuni tragici casi hanno scosso l'opinione pubblica negli ultimi anni. Ora un'iniziativa popolare chiede l'internamento a vita per i criminali che commettono violenze sessuali.

In Parlamento il difficile equilibrio tra emozioni e legge.

«Mai più una cosa simile», si leggeva sui giornali di alcuni anni fa. E la risposta ad una serie nera di violenze è l’iniziativa popolare denominata «internamento a vita per criminali sessuomani o violenti estremamente pericolosi e refrattari alla terapia».

Iniziatrici sono due donne sangallesi, legate ad un bambino vittima di un maniaco. Il tema ha trovato ampia risonanza nell’opinione pubblica: le oltre 190’000 firme raccolte per l’iniziativa popolare lo dimostrano. Per un’iniziativa popolare ne bastano poco più della metà.

Prima di passare in votazione popolare, il testo sta ora percorrendo la via istituzionale. Dopo il governo è il Parlamento a discuterne. Nel suo messaggio, il Consiglio federale, ha riconosciuto che «l’iniziativa è l’espressione di preoccupazioni giustificate».

Un problema che supera il diritto

La rilevanza statistica dei più gravi reati a sfondo sessuale è minima, poco più del due percento delle condanne, ma l’eco che suscitano è chiaramente proporzionale all’efferatezza del delitto. Anche la procedura di detenzione ha creato in più casi sconcerto nella popolazione.

Il caso zurighese di un detenuto che, durante un congedo, ha violentato e ucciso una giovane in un bosco alla periferia di Zurigo, ma anche un altro episodio in Vallese, hanno dimostrato che la giustizia si trova di fronte ad una questione veramente sensibile.

«Il problema dei criminali pericolosi non risiede nel loro numero, bensì nella gravità dei reati commessi e nelle sofferenze che infliggono ad altre persone», afferma ancora il Consiglio federale. E proprio lo sconvolgimento emozionale impedisce spesso un dibattito pacato.

Il dilemma giuridico

Come reazione agli episodi, sia il diritto penale federale che l’applicazione detentiva nei cantoni sono state riviste in senso restrittivo. E nel dibattito si è notato che per la maggioranza del Parlamento le norme così corrette corrispondono già al traguardo perseguito dall’iniziativa.

Già oggi per i detenuti ritenuti pericolosi esiste la detenzione a vita. La maggioranza ha inoltre segnalato il fatto che l’iniziativa rinuncia alla possibilità d’emendamento dell’individuo colpevole. Escludendo completamente la prospettiva di libertà, è difficile giustificare il recupero o pensare alla revisione della durata di detenzione.

È stato ricordato poi che il testo riduce le categorie dei reati, impedendo una soluzione differenziata. Questo potrebbe contraddire il diritto internazionale vigente. L’analisi psichiatrica, contemplata dall’iniziativa, non può inoltre garantire un giudizio inappellabile. La psichiatria non è una scienza esatta che possa da sola decidere sul destino umano, si è ricordato.

«Potrà sembrare impopolare, ma in questo caso bisogna porsi la questione della validità della proposta», ha affermato in sala il socialista Rechsteiner. Ma dichiarare nulla un’iniziativa, formalmente corretta e firmata da tanti cittadini, si è dimostrato difficile per i rappresentanti del popolo. Una maggioranza ha deciso che si voterà.

Posizioni divergenti

In Parlamento solo la destra ha sostenuto la proposta. Il deputato UDC zurighese Ulrich Schlüer ha sostenuto l’iniziativa ponendo al centro le vittime: «Questi colpevoli procurano un dolore incommensurabile. Un dolore irreparabile». Per questo la soluzione proposta dalle iniziatrici deve essere sostenuta.

Contraria – con la maggioranza della camera del popolo – la ministra della giustizia Ruth Metzler che però ha espresso il desiderio di un ampio dibattito politico. Nel 2004 si voterà sull’oggetto. In Svizzera si parlerà dunque di delitti sessuali e delle giusta pena. I cittadini hanno l’ultima parola in un dibattito difficile.

swissinfo, Daniele Papacella

«Luce e speranza » – questo il nome del gruppo promotore dell’iniziativa per l’internamento a vita di chi si rende colpevole di delitti a sfondo sessuale.

Due donne sono le promotrici. I partiti ufficiali non hanno sostenuto la raccolta delle firme. Per questo i primi mesi di raccolta si sono dimostrati difficili.

In un secondo tempo si sono aggiunte nuove persone, fra cui degli esponenti del Partito della libertà, formazione di destra convinta, e dell’UDC.

In particolare, nelle zone dove sono avvenuti dei gravi fatti di sangue sono state raccolte molte firme.

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