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L’UE non fa pressioni sulla Svizzera

Per Benita Ferrero-Waldner toccherà alla Svizzera decidere del suo futuro in Europa Keystone

All'indomani del «sì» elvetico all'estensione dell'accordo di libera circolazione, le autorità di Bruxelles evitano ogni interferenza sul futuro europeo della Svizzera.

La commissaria alle relazioni esteriori Benita Ferrero-Waldner ha sottolineato che toccherà alla Svizzera decidere se proseguire sulla strada bilaterale.

Come alternativa all’adesione, la Svizzera ha optato per la strada «bilaterale», siglando con Bruxelles ben 16 accordi in due round negoziali.

Dopo che quest’anno la popolazione svizzera ha accettato in due occasioni di rafforzare i legami con l’UE, l’attenzione è ora puntata sulla domanda d’adesione che la Svizzera ha depositato a Bruxelles ma che è congelata dal 1992.

Il mese prossimo, il Governo svizzero discuterà se abrogare definitivamente questa domanda oppure se mantenerla congelata.

Dal canto suo, l’Unione Europea, per bocca della commissaria alle relazioni esteriori Benita Ferrero-Waldner, ha chiaramente sottolineato che toccherà alla Svizzera decidere se proseguire sulla strada bilaterale oppure optare per un’adesione pura e semplice.

La rappresentante austriaca in seno alla Commisione UE incontrerà la ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy-Rey martedì a Strasburgo.

«Dovrà essere il popolo svizzero a decidere del suo avvenire europeo», ha dal canto suo dichiarato il commissario per l’occupazione e gli affari sociali, il ceco Vladimir Spidla.

Via bilaterale ormai agli sgoccioli?

Da parte sua Diana Wallis, deputata liberale britannica e presidente della commissione del Parlamento europeo incaricata tra l’altro delle relazioni con la Svizzera, sarà martedì a Berna per incontrare dei membri del Parlamento svizzero. Secondo lei, la questione dell’adesione dovrà essere «considerata con attenzione».

«È mia opinione che la Svizzera dovrebbe scegliere l’adesione», ha detto la deputata britannica a swissinfo. «Non credo che questo edificio complesso ed inusuale possa funzionare a lungo termine. Non vedo come si possa intreprendere un terzo round di accordi bilaterali».

Intanto, a Bruxelles il lavoro alla Missione svizzera prosegue come d’abitudine.

Altri temi all’orizzonte

Discussioni preparatorie verranno aperte in quattro nuovi ambiti: la liberalizzazione del mercato dell’elettricità, la partecipazione al sistema GPS europeo Galileo, la cooperazione con il centro europeo di prevenzione e di controllo delle malattie e il riconoscimento dei certificati d’origine controllata per i prodotti alimentari.

La Missione svizzera sottolinea che questi negoziati non rappresentato un ulteriore pacchetto di bilaterali, poiché le trattative sono condotte separatamente.

Secondo Bernhard Marfurt, responsabile della delegazione svizzera a Bruxelles, il risultato positivo del referendum di domenica ha reso più stabile la posizione della Svizzera. «La collaborazione con l’UE ne esce rinforzata e le basi per una cooperazione futura sono più solide», ha dichiarato a swissinfo.

swissinfo, da Bruxelles Matthew Allen
(traduzione ed adattamento di Daniele Mariani)

La Svizzera e l’UE hanno concluso 16 accordi bilaterali.

Il referendum di domenica sull’estensione dell’accordo di libera circolazione ai cittadini dei dieci nuovi Stati membri dell’UE era la settima votazione nell’arco di 13 anni che concerneva le relazioni tra Bruxelles e la Svizzera.

La Svizzera ha presentato una richiesta d’adesione, che però è stata congelata dopo il “no” della popolazione elvetica nel 1992 allo Spazio economico europeo.

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