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Le garanzie di Silvio

Un incontro dai toni molto amichevoli Keystone

Un chiaro segnale politico per portare a buon fine i negoziati sul secondo pacchetto di bilaterali. Lo chiedeva Pascal Couchepin, in visita a Roma, a Silvio Berlusconi, presidente di turno dell’UE.

Dall’incontro scaturiscono buona volontà e tanti reciproci elogi. Ma poche certezze.

Applicando la stessa strategia di sei mesi fa in Grecia, il presidente della Confederazione prova a far pressing sulla nuova presidenza dell’UE.

Per conoscerne le priorità in ambito di politica comunitaria ed oliare il più possibile lo spinoso dossier “bilaterali bis”: una nuova serie di accordi settoriali con l’UE che il Consiglio federale vuole in carniere al più presto. Entro fine anno, se possibile.

Cugini, anzi fratelli

“Svizzera e Italia, due Stati cugini. Anzi fratelli”, ha esordito Berlusconi, ricordando le “più che ottime” relazioni tra i due paesi e le numerose similitudini che li accomunano. Una raffica di complimenti ripetuta, poco dopo, da Couchepin, il quale ha ricordato che “il 5% dei residenti in Svizzera ha passaporto italiano”.

Le aspre esternazioni di Tremonti sul segreto bancario, i toni accesi sui transiti alpini, la non autorizzata spedizione in Ticino di due parlamentari italiani a caccia di atti compromettenti nell’ambito del caso Telekom Serbia. Tutto diplomaticamente accantonato. Acqua passata.

Le priorità

Permangono tuttavia delle differenze. Ad esempio quelle evocate dai due presidenti sulla politica della droga: liberale e pragmatico l’approccio elvetico, preventivo e repressivo quello italiano.

Oppure, tornando a quell’Europa tema del giorno, le priorità. Se per il Consiglio federale, il dossier dei bilaterali è fondamentale ed urgente, il governo italiano guarda soprattutto altrove.

Nuova Costituzione europea, riforme dell’Unione e rilancio della sua competitività economica. Queste le priorità di Berlusconi nel semestre, appena iniziato, alla testa dell’UE. Che spazio ci sarà dunque per le esigenze elvetiche?

Tutto risolvibile

“Resta poco spazio per negoziare. Ci aspettiamo perciò molto dalla presidenza italiana”, ha rilevato Couchepin.

Il consigliere federale ritiene che per superare l’attuale stallo occorra una precisa volontà politica. “Ed è quello che chiediamo all’Italia: un segnale, un impulso importante per giungere ad un accordo entro fine anno”. Accordo che equivarrebbe ad un salto di qualità nell’integrazione europea della Confederazione.

Berlusconi è parso ben disposto, ricordando insomma che tra amici nessun ostacolo è insormontabile.

“Per i piccoli problemi tecnici che ancora ci dividono, si troverà presto una soluzione”, ha dichiarato il premier italiano. “I dossier ci sembrano maturi per essere conclusi nel prossimo semestre”. Per la soddisfazione di Couchepin che, parole sue, non ha alcun motivo per dubitare di Berlusconi.

Ancora qualche spina

Il nuovo pacchetto di bilaterali prevede dieci dossier, sette dei quali già praticamente in porto. Poche le faccende ancora in sospeso. Ma stanno da tempo avvelenando il clima negoziale.

Le spine riguardano la cooperazione giudiziaria tra Svizzera e UE nell’ambito degli accordi di Schengen e nei casi di frode doganale. La Confederazione intende limitare lo scambio automatico d’informazioni alle sole infrazioni gravi.

O tutto o niente, rispondono invece i paesi dell’UE. Insomma, non ci stanno (“niente Schengen à la carte!”) e chiedono l’applicazione completa delle direttive comunitarie. Una prospettiva che, almeno in parte, spaventa Berna. A queste condizioni, quel segreto bancario che pareva ormai al riparo dopo l’accordo d’inizio giugno sulla tassazione del risparmio, rischierebbe infatti di tornare in gioco.

Dopo la volonterosa presidenza greca, l’imprevedibile Italia, si commentava negli scorsi giorni a Bruxelles. Già, imprevedibile. Tutta da scoprire. Così come la reale sostanza dietro le tante belle parole pronunciate in questo caldo giorno d’estate romana.

swissinfo, Marzio Pescia, Roma

Dopo un incontro martedì a Roma, il presidente della Confederazione elvetica Pascal Couchepin e il premier italiano Silvio Berlusconi, presidente di turno dell’Ue, si sono espressi per una conclusione in tempi brevi – ancora nel semestre di presidenza italiano – degli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione europea.

Nel corso dei colloqui con vari esponenti del governo italiano, Couchepin ha parlato di temi spinosi quali la droga, il segreto bancario, gli accordi di Schengen e Dublino.

Nonostante la distanza che tuttora sussiste su alcuni temi, sono stati più volte sottolineati i legami di amicizia e di collaborazione che esistono fra i due paesi.

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