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Rapporto annuale CICR: è il peggior momento dal ’45

Per la prima volta il CICR ha presentato il suo rapporto fuori dal suolo svizzero swissinfo.ch

"Non abbiamo una guerra mondiale, ma abbiamo guerre in tutto il mondo": è quanto ha detto venerdì a Nairobi, presentando nel corso di una conferenza stampa il rapporto annuale, il responsabile operativo del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) Jean-Daniel Tauxe.

“Ci confrontiamo oggi – ha dichiarato – con un numero di conflitti che non ha precedenti dalla fine della seconda guerra mondiale, ed i civili sono un bersaglio sempre più comune di queste guerre estese in tutto il mondo. Sono massacrati, violentati, presi in ostaggio, costretti ad abbandonare le case, privati della possibilità di accesso ad acqua e cibo”.

Povertà, globalizzazione, squilibri sempre più accentuati tra ricchi e poveri, corruzione crescente e caduta del muro di Berlino (“che ha consentito ad un gran numero di minoranze di innescare conflitti tesi all’autonomia”), sono alla base di questo disastro, sempre stando all’analisi di Tauxe. Che ha quindi sottolineato come in tale contesto i bisogni di aiuti umanitari siano drasticamente cresciuti. Il Cicr, ha ricordato, interviene attivamente in 25 dei principali conflitti di vasta scala (dall’Afghanistan ai Balcani, dall’Angola al Medio oriente); ed in altri 35 relativamente minori.

Una situazione che, tra l’altro, ha ancora ricordato Tauxe, ha comportato per il Cicr anche pesanti prezzi in vite umane: sette morti dall’inizio dell’anno, sei nella Repubblica democratica del Congo ed uno in Sudan. “Certo – ha aggiunto – queste accelerazioni drammatiche non possono fermare gli interventi umanitari, che però non possono neanche essere effettuati ad ogni costo”.

È la prima volta che il Cicr – che ha la sede centrale a Ginevra – presenta il suo rapporto annuale in Africa. Un continente dove effettua il 50 per cento delle sue operazioni, investendo il 40 per cento del suo bilancio.

swissinfo e agenzie

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