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Sondaggio: Previdenza per la vecchiaia 2020 sul filo del rasoio

A pochi giorni dal voto, l’esito della grande riforma del sistema previdenziale svizzero rimane alquanto incerto: secondo l’ultimo sondaggio della SSR, Previdenza per la vecchiaia 2020 gode ancora di una leggera maggioranza di suffragi, ma gli oppositori guadagnano terreno. 

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Si preannuncia un risultato al fotofinish per la più importante riforma del sistema di previdenza per la vecchiaia degli ultimi decenni. In base al sondaggio, realizzato a inizio settembre dall’istituto gfs.bern, Previdenza per la vecchiaia 2020 è sostenuta dal 51% delle persone intervistate, con un calo del 2% rispetto alla prima inchiesta condotta a inizio agosto. I contrari sono però saliti a quota 44%, guadagnando i due punti persi dai sostenitori, mentre gli indecisi rimangono al 5%. 

Dati quasi analoghi emergono dalle intenzioni di voto sulla proposta di aumentare leggermente l’Imposta sul valore aggiunto (IVA), per contribuire al finanziamento dell’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS). Il 50% (-3%) degli interrogati si dichiara infatti a favore, contro un 45% (+4%) di no e un 5% (-1%) di indecisi.

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Previdenza per la vecchiaia 2020 dispone quindi ancora di una maggioranza di preferenze, ma il margine di scarto appare troppo esiguo per formulare un pronostico sicuro in vista del 24 settembre. Tenendo conto della progressione degli oppositori, si delinea una tendenza leggermente negativa, che potrebbe piuttosto portare ad una bocciatura della riforma, rilevano gli autori del sondaggio. 

Tanto più che il Decreto federale sul finanziamento supplementare dell’AVS mediante l’aumento dell’IVA necessita non solo della maggioranza di voti del popolo, ma anche dei Cantoni, dato che si tratta di una modifica costituzionale. Se venisse bocciato questo oggetto, cadrebbe praticamente l’intera riforma.

Il sondaggio

Per la seconda indagine demoscopica in vista della votazione federale del 24 settembre 2017, l’istituto gfs.bern ha intervistato 1408 persone con diritto di voto, selezionate in modo rappresentativo e ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera, tra il 30 agosto e il 6 settembre scorsi.

Il margine di errore è di ±2,9 punti percentuali. Il sondaggio è realizzato su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR, della quale fa parte anche swissinfo.ch. 

Gli svizzeri residenti all’estero non possono essere intervistati perché, per motivi legati alla protezione dei dati, i ricercatori del gfs.bern non hanno accesso ai loro indirizzi.

Consegne dei partiti rispettate 

Per quanto riguarda l’appartenenza politica, le persone contattate sembrano rispettare in larga misura le consegne dei loro partiti. Circa i tre quarti di simpatizzanti e militanti del Partito socialista (PS) e del Partito ecologista svizzero (PES) si schierano a favore della riforma. Anche oltre due terzi dei sostenitori del Partito popolare democratico (PPD) vogliono approvare Previdenza per la vecchiaia 2020. 

Tra i contrari, la fetta più grande di no emerge da coloro che affermano di essere vicini all’Unione democratica di centro (UDC). Solo il 20% dei simpatizzanti del partito di destra intendono deporre un “sì” nell’urna. Per quanto riguarda il Partito liberale radicale (PLR), il più attivo nella campagna elettorale degli oppositori, questa quota è invece del 35%. 

Gli autori del sondaggio fanno notare che il divario tra città e campagna si è ridotto rispetto alla prima inchiesta. La riforma è ora sostenuta dal 57% degli abitanti dei principali centri urbani e dal 49% di coloro che risiedono nelle zone periferiche. La più alta percentuale di scettici si trova nei piccoli e medi agglomerati: solo il 47% prevede di votare a favore del progetto sostenuto dal governo e dalla maggioranza del parlamento. Quasi identiche le intenzioni di voto nella Svizzera tedesca (50% di sì) e nelle regioni francofone (49%). 

Verso un sì al decreto sulla sicurezza alimentare 

Altri sviluppi

Per quanto riguarda invece il terzo oggetto in votazione, appare ormai scontata l’approvazione del decreto federale sulla sicurezza alimentare. Il numero dei sostenitori è infatti salito al 69%, con un aumento di 4 punti, mentre la quota di contrari non va oltre il 20%, nonostante una leggera crescita di due punti. Gli indecisi sono scesi all’11%, contro il 17% nel primo sondaggio.

Il decreto, approvato da entrambe le Camere a schiacciante maggioranza, rappresenta un controprogetto all’Iniziativa popolare “Per la sicurezza alimentare”, depositata dall’Unione svizzera dei contadini (USC), che chiedeva di rafforzare l’approvvigionamento della popolazione “con derrate alimentari di produzione indigena variata e sostenibile”. Il suo obbiettivo era di frenare la perdita di terre coltive e garantire la redditività delle aziende agricole. 

Giudicando l’iniziativa troppo vaga, benché sostenibile, il parlamento vi ha opposto un controprogetto più preciso, che mira a preservare le basi della produzione agricola, come pure a promuovere una filiera alimentare rispettosa delle risorse e orientata verso il mercato. L’iniziativa è stata quindi ritirata dai suoi promotori.

Posizioni dei partiti

Previdenza 2020 è sostenuta dalle principali forze di centro e di sinistra – Partito popolare democratico, Partito borghese democratico, Verdi liberali, Partito socialista e Partito ecologista svizzero – per i quali si tratta di una riforma equilibrata che permette di assicurare le rendite e rafforzare l’AVS. 

Si oppongono invece i maggiori partiti più a destra – Partito liberale radicale e Unione democratica di centro – che considerano il progetto iniquo e inadeguato per risolvere i problemi della previdenza per la vecchiaia. La riforma è combattuta anche da alcuni sindacati minori e gruppi di sinistra che respingono l’aumento dell’età di pensionamento per le donne e riduzioni delle rendite.

Contattate l’autore su twitter: @ArmandoMombelliCollegamento esterno

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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