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Afghanistan: elicottero abbattuto, la Nato lo vendica

(Keystone-ATS) Una missione delle Operazioni speciali della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) ha impiegato appena tre giorni per scovare ed uccidere i talebani responsabili di un catastrofico incidente di un elicottero Chinook CH-47 nella provincia afghana di Maidan Wardak che è costato sabato la vita a 38 persone, fra cui 30 militari ed un interprete Usa, e sette soldati afghani.

Sulla vicenda, che in termini di vite umane è stata la più sanguinosa per le truppe straniere nei dieci anni dell’Operazione Enduring Freedom in Afghanistan, è in corso una inchiesta ai massimi livelli che è stata affidata dal Comando centrale militare Usa (Centcom) al generale Jeffrey Colt, vicecomandante della 101/a Divisione aereotrasportata.

Lunedì l’Isaf ha ammesso provvisoriamente che l’elicottero è precipitato probabilmente per un razzo RPG sparato dai talebani, ma secondo fonti militari anonime afghane, i responsabili della tragica operazione sarebbero caduti in una trappola dei talebani che avrebbero fatto pervenire alla Coalizione internazionale notizie di intelligence false. Tutto questo, appunto, dovrà essere chiarito dall’inchiesta, ma intanto il quartier generale dell’Isaf a Kabul ha annunciato oggi di aver trovato ed ucciso nella stessa provincia di Maidan Wardak i responsabili dell’abbattimento dell’elicottero.

Nel comunicato si precisa che in un raid aereo ieri nel distretto di Chak della stessa provincia sono stati uccisi il leader talebano mullah Mohibullah e il miliziano che ha lanciato il razzo RPG che ha provocato la catastrofe. Il mullah Mohibullah, assicura l’Isaf, era un esponente di collegamento di una cellula comandata da Din Mohammad, leader talebano ucciso tempo fa durante una missione speciale. Sotto il suo comando operavano nella Valle di Tangi almeno 12 insorti, fra cui alcuni potenziali kamikaze.

“Anche se non è stato ancora accertato se il CH-47 è caduto solo a causa del fuoco nemico – si precisa – è un fatto che nella notte dell’incidente (il 6 agosto) l’elicottero in fase di avvicinamento è stato oggetto di spari ostili da diverse postazioni degli insorti”. Al termine di una “caccia all’uomo in grande stile – si dice ancora – le Forze speciali hanno localizzato il Mullah Mohibullah e lo sparatore mentre cercavano di lasciare il paese per sfuggire alla loro cattura”.

A questo punto, è stato chiesto l’intervento di un appoggio aereo che ha scritto la pagina finale dell’operazione: “Ha colpito l’obiettivo una zona boscosa nel distretto di Chak”, causando “la morte dei due ricercati e di numerosi altri talebani” che erano con loro.

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