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Annan invita a colmare il fossato digitale

Per il segretario generale dell'ONU, il divario digitale non potrà scomparire da solo Keystone

Fino a venerdì, il Vertice mondiale sulla società dell’informazione riunisce a Ginevra i rappresentanti di oltre 170 paesi.

Il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, ha denunciato le disparità esistenti non solo tra Nord e Sud, ma anche all’interno dei paesi industrializzati.

Colmare il ‘divario digitale’ tra ricchi e poveri e dotare di una ‘Magna carta’ globale la società dell’informazione nata dallo sviluppo tecnologico.

Questi gli obiettivi dichiarati del primo Vertice mondiale sulla società dell’informazione aperto mercoledì a Ginevra dal segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in presenza di capi di Stato e di governo, ministri e delegati di oltre 174 paesi.

«La tecnologia ha fatto nascere l’era dell’informazione. Spetta ora a noi edificare anche una società dell’informazione», ha sottolineato Annan.

«Questo vertice è unico: all’opposto della maggioranza delle conferenze mondiali non è infatti dedicato alle minacce che gravano sul pianeta, ma al miglior modo per trarre vantaggio dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)», ha aggiunto il segretario generale dell’ONU.

Secondo Kofi Annan, le TIC non hanno i poteri di una ‘formula magica’, ma possono migliorare le condizioni di vita di milioni di esseri umani.

Diritti umani in gioco

«Il divario digitale è indegno del millennio che ci apprestiamo a costruire», ha dichiarato invece Pascal Couchepin, invitando la comunità internazionale ad unirsi affinché l’informazione diventi un bene comune.

Secondo il presidente della Confederazione, le tecnologie dell’informazione costituiscono un’occasione per promuovere anche i diritti umani.

«Il diritto alla libertà d’opinione e d’espressione, sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, è una delle condizioni fondamentali della futura società dell’informazione» ha sottolineato Pascal Couchepin.

Magna carta globale

Il Vertice si prefigge di indicare la strada da percorrere con l’approvazione, venerdì prossimo, di due documenti. Una Dichiarazione di principi ed un Piano d’azione.

Quest’ultimo mira in particolare a colmare il divario digitale, rendere sicura la ‘rete’ e fare delle tecnologie uno strumento di sviluppo e di ‘buon governo’.

Questi documenti sono considerati una sorta di Magna carta della società dell’informazione a livello mondiale. Dovrebbero infatti stabilire i principi fondamentali della società dell’informazione – quali il rispetto dei diritti umani, la libertà di espressione e la pluralità dell’informazione.

Ma vi dovranno figurare anche obiettivi concreti da realizzare entro il 2015 per colmare il divario digitale che separa chi ha accesso alle TIC (una minoranza della popolazione mondiale) da chi ne è invece privato.

Fossato ancora enorme

Uno degli obiettivi previsti è di connettere alle TIC tutti i villaggi del mondo, tutte le scuole, tutti gli ospedali e tutti gli edifici pubblici entro il 2015.

Ma la strada da percorrere sarà lunga: meno del 3% degli africani hanno infatti accesso alle telecomunicazioni. Inoltre solo un africano su 39 dispone di un telefono fisso e solo uno su 160 utilizza Internet.

Il divario digitale è inoltre «multiplo», come ha ricordato anche Kofi Annan. È tecnico, ma è presente anche ad altri livelli come quello del contenuto.

«Buona parte dell’informazione su Internet è molto lontana dai bisogni della popolazione e siccome il 70% dei siti Web utilizzano l’inglese, il punto di vista delle collettività locali rischia di essere soffocato», ha affermato il segretario generale dell’Onu.

Grandi disparità, tra le classi sociali, i sessi e le età sussistono inoltre anche nei cosiddetti paesi industrializzati.

Negoziati difficili

Indetto per studiare il ruolo che le tecnologie della comunicazione e dell’informazione – dalla radio, al telefono fino a Internet – possono svolgere per sostenere lo sviluppo economico, i diritti dell’uomo, la democrazia, il Vertice ha richiesto due anni di lavori e di conferenze preparatorie.

I negoziati che hanno preparato il Vertice non hanno tuttavia consentito di giungere ad un’intesa concreta su due punti importanti, l’amministrazione di Internet e la creazione di un Fondo di solidarietà digitale destinato a finanziare lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione.

Per entrambi è stato deciso di incaricare il segretario generale dell’Onu Kofi Annan di formare appositi gruppi di lavoro e di formulare proposte in vista della seconda fase del vertice, in programma a Tunisi nel 2005.

Altro punto di attrito sono stati i media. Alcuni Paesi quali la Cina hanno tentato di minimizzare lo spazio dedicato alla stampa nei documenti del vertice.

Per finire, ai media è comunque dedicato un intero capitolo che ribadisce il loro ruolo chiave nella libertà di espressione e nella pluralità dell’informazione e che incoraggia «lo sviluppo di legislazioni nazionali che garantiscano l’indipendenza e la pluralità dei media».

swissinfo e agenzie

Organizzato dalle Nazioni unite e dalla Svizzera, il Vertice mondiale sulla società dell’informazione riunisce oltre 12mila delegati dei governi di 174 paesi, ma anche della società civile e del settore privato.

Vi partecipano numerosi capi di Stato e di governo del Sud, tra cui da Fidel Castro (Cuba), Hosni Moubarak (Egitto), Mohammed Khatami (Iran), Abdoulaye Wade (Senegal) e Robert Mugabe (Zimbabwe).

Meno presenti i capi di Stato o di governo del Nord, tra i quali spicca il nome del primo ministro francese Jean Pierre Raffarin e del cancelliere tedesco Gerhard Schroeder.

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