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Artigiano dell’immagine, anche di Alinghi

Oscar Ribes nel suo ufficio intento al lavoro

Grafico di formazione, Oscar Ribes è un esperto di identità visiva delle aziende. E' anche l'uomo che si nasconde dietro il logo di Alinghi, che quest'ultima esibisce - fiera - nella Coppa America.

E’ nel suo ufficio attiguo alla sua abitazione di Corseaux che ha concepito quello che sarebbe diventato l’emblema stesso della sfida svizzera. Il grafico ha aperto le sue porte a swissinfo.

La villa dai toni rosa di Oscar Ribes è adagiata nei vigneti sopra Vevey. Dal suo ufficio, situato nelle parti mansardate della casa, il grafico e padre del logo di Alinghi si gode una vista stupenda sul lago.

L’acqua, il blu. Sono elementi senza i quali Oscar Ribes non potrebbe lavorare. Trovare l’ispirazione. Importante anche la calma trovata in Svizzera, patria della sua consorte e dove, una ventina di anni fa, ha trovato un approdo sicuro per i suoi colori, per le sue matite. Lui, che ha lasciato la Spagna natale e solcato diverse realtà.

Specialista di identità visiva, è ampiamente conosciuto per la capacità di padroneggiare i rapporti annuali, ma anche i logo. Non deve dunque stupire se le sue qualità lo hanno issato tra le più grandi agenzie mondiali e…sull’albero della Formula1 dei mari…

swissinfo: Come è nato il logo di Alinghi?

Oscar Ribes: Sono un artigiano dell’immagine e, da vent’anni, nella creazione di logo lavoro allo stesso modo. Prima di abbozzare qualsiasi progetto visivo, cerco di capire l’azienda, la situazione e il soggetto.

Nel caso specifico, ho guardato a lungo diverse regate della Coppa America, che conoscevo molto male. E poi, all’improvviso, mi sono reso conto che c’era qualcosa di incredibile: che la corsa si vinceva prima della partenza.

Forse sto proponendo una forzatura, ma non siamo molto distanti dalla verità. Al colpo di cannone che segna l’inizio della gara, è necessario avere il vento nelle vele. Certo, a fare la differenza possono anche essere lo skipper e l’equipaggio.

Prima della corsa, le Formule 1 dei mari girano come gli squali che stanno per abbattersi sulla preda. Per me, dunque, l’azione di girare si traduce, a livello di immagine, in un cerchio, in due squali o due battelli che girano. Questa spirale, inoltre, corrispondeva perfettamente alla “a” di Alinghi. Ecco dunque che avevo trovato il soggetto su cui lavorare.

Il rosso, poi, simboleggia il paese di nascita di Alinghi e il lato aggressivo che può fare paura agli avversari. Il nero rappresenta il lato “high tech” della prestazione.

swissinfo: Prima di ottenere il mandato ha comunque partecipato ad un concorso insieme ad altre agenzie di fama mondiale

O.R.: Siccome avevo già lavorato con successo per i rapporti annuali di Serono, Ernesto Bertarelli mi ha effettivamente invitato a partecipare al concorso di idee lanciato per definire l’identità visiva della sfida svizzera. E, per mia immensa gioia, ho vinto.

In compagnia di Ernesto Bertarelli abbiamo poi rielaborato e affinato la proposta che avevo presentato. Siamo infine giunti al logo esibito sullo scafo dell’imbarcazione a Auckland. Rispetto alla Nuova Zelanda, il logo presentato a Valencia ha subito un’evoluzione. Abbiamo ora un logo atemporale, ma in costante evoluzione.

swissinfo: Lei comunque precisa di non essere unicamente il padre del logo di Alinghi. E’ una forma di rispetto verso gli altri clienti?

O.R.: Non voglio che mi si incolli addosso l’etichetta di “Alinghi”. Questa avventura è formidabile, geniale, incredibile. Ma ogni giorno vivo anche di altre avventure molto arricchenti, con altri clienti.

Creo altre identità visive e cerco di trovare una comunicazione che aderisce bene all’impresa, sia essa attiva nel campo della farmaceutica, dell’alimentare o del lusso. Moltiplicando gli incontri e i settori di attività, il mio cervello diventa più malleabile e diventa così anche più creativo.

swissinfo: L’avventura con Alinghi le ha però aperto delle porte…

O.R.: Paradossalmente no. Avevo pensato anche io che questa esperienza mi avrebbe sicuramente aperto delle porte, invece le ha piuttosto chiuse. Molti pensano che ormai mi faccio pagare tariffe stellari e che sono oberato di lavoro.

Non è affatto così. Non mi prendo per una stella della grafica e cerco di demistificare tutto ciò. Lavoro per Alinghi, per delle multinazionali, ma anche per dei viticoltori della regione e una moltitudine di piccole e medie imprese.

Sono un creativo, non un uomo d’affari. Preferisco restare un artigiano e lavorare con delle persone, piuttosto che creare un impero. Avevo numerose strutture, tra Barcellona, Parigi e la Svizzera. Ma ho scelto di fermarmi a Corseaux.

In Svizzera la qualità della vita è eccezionale e queste condizioni mi permettono di essere mentalmente sereno e tranquillo. Ho lavorato in diversi paesi, ma è in Svizzera che la mia creatività si esprime al meglio.

swissinfo: Lei è spagnolo, catalano, e vive in Svizzera. Questa Coppa America a Valencia, dove Alinghi è chiamata a brillare, rappresenta qualcosa di particolare per lei?

O.R.: Amo la Svizzera e l’amerò sempre attraverso la mia famiglia, i miei figli, mia moglie. Ma una parte del mio cuore è spagnolo. E lo resterà. Ogni volta che vado a Valencia, sono meravigliato dall’accoglienza della gente. Sono fiero che questa competizione abbia luogo in Spagna.

Sono comunque latino, ho bisogno di vedere gente, di sentire lo spirito della città. Per fortuna non sono lontano né da Milano, né da Parigi e ho la possibilità di fare dei bagni di folla abbastanza regolarmente.

Intervista swissinfo, Mathias Froidevaux, Corseaux
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Oscar Ribes è la mano che ha disegnato il logo di Alinghi per i due appuntamenti della Coppa America, il primo nel 2003 e il secondo nel 2007.

Nata nel 1851, 45 anni prima dei primi Giochi olimpici dell’era moderna (1896), la Coppa America è il più vecchio trofeo sportivo ancora d’attualità. Con la vittoria della squadra di Alinghi di Ernesto Bertarelli, il trofeo era tornato in Europa per la prima volta da quando aveva lasciato l’Inghilterra, 152 anni fa.

Oscar Ribes vive a Corseaux. Sopra Vevey. Di nazionalità spagnola, è sposato con una svizzera ed ha due figli.

Grafico di formazione, prima di stabilirsi in Svizzera vent’anni fa, Ribes ha lavorato a Parigi e Londra. Si è specializzato nel campo dell’identità visiva (immagine di impresa) e, in particolare, dei rapporti annuali delle aziende.

Ribes ha lavorato per molto tempo al servizio del padre di Ernesto Bertarelli, curando i rapporti annuali di Serono. Questi rapporti hanno ricevuto dei riconoscimenti internazionali prestigiosi (Galaxy Gold Award, Astrid Award, Mercury Award).

Oscar Ribes è attualmente impegnato nella cura di una pubblicazione fotografica di Alinghi (per la fine della Coppa) e al lancio di una gamma di orologi per il quale sta ancora cercando dei partner. Ha pure l’ambizione di creare un cartone animato.

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