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BE: arrestati due “falsi poliziotti” truffatori

La polizia cantonale bernese ha arrestato lunedì 8 gennaio due "falsi poliziotti" (foto rappresentativa d'archivio) KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) La polizia cantonale bernese ha arrestato lunedì 8 gennaio due “falsi poliziotti” che, con un trucco analogo a quello più noto del “falso nipote”, avevano tentato di sottrarre a una donna in modo truffaldino diverse decine di migliaia di franchi.

La vittima designata ha avvertito la vera polizia e questa – indica una nota sua diramata oggi – ha messo le manette ai due uomini di 39 e 42 anni, con passaporto georgiano e residenti in Germania.

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La bernese che ha denunciato il caso era stata in precedenza chiamata per telefono da una donna che si esprimeva in un hochdeutsch privo di accento e affermava di essere una poliziotta. Questa le ha fatto credere che un malfattore era venuto in possesso dei suoi dati e che avrebbe “hackerato” i suoi conti in banca. La vittima della telefonata è stata messa sotto una tale pressione da essere indotta a ritirare diverse decine di migliaia di franchi.

Alla vittima è poi stato suggerito in modo credibile – prosegue la nota – che la somma ritirata era in realtà denaro falso, che un poliziotto sarebbe venuto a ritirare per “scopi d’inchiesta”. Quando il presunto agente si è presentato, la bernese si è però fatta diffidente e ha chiesto un documento di identità. L’uomo è allora ripartito, a mani vuote. La donna ha chiamato il 117 e ha informato dell’accaduto la polizia cantonale, che ha potuto arrestare l’asserito poliziotto e un suo complice.

I due presunti georgiani residenti in Germania sono tuttora in cella mentre l’inchiesta prosegue, indica la polizia cantonale, aggiungendo di aver ricevuto altre denunce riguardo a “falsi poliziotti”, anche nei giorni dopo l’arresto dei due.

I falsi agenti – come i falsi nipoti e i falsi conoscenti – sono attivi da anni un po’ in tutta la Svizzera. Nel maggio 2017 si era appresa la notizia di una 81enne caduta nel tranello di uno di loro e dei suoi complici nel canton Zurigo, con una perdita di 800’000 franchi in contanti, gioielli, orologi e lingotti d’oro.

I malviventi telefonano in genere a persone anziane, parlando in hochdeutsch, e si spacciano per poliziotti. Nel corso del colloquio tentano di far loro credere che dei criminali vogliono derubarle e cercano quindi di farsi consegnare contanti e preziosi affinché la polizia possa conservarli in un luogo sicuro. Per rendersi più credibili i truffatori utilizzano anche numeri telefonici che finiscono per esempio con le cifre 117.

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