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Più ecologia nelle professioni di domani

Alla fiera degli edifici ecosostenibili di Lucerna, la prima in Svizzera, sono stati presentati nel marzo 2011 gli ultimi sviluppi in materia di isolamento e riscaldamento. Keystone

In pieno boom, il mercato del verde porterà alla creazione di decine di migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni, pronostica uno studio. Ad imporsi sarà la figura del consulente ecologico specializzato, ritiene Helene Sironi del Centro di formazione del WWF.

L’onda verde ha travolto non soltanto il mondo politico e l’opinione pubblica. I concetti di sviluppo sostenibile e di protezione dell’ambiente si sono imposti anche nell’economia, contribuendo alla crescita e alla creazione di impieghi.

I dati contenuti nell’analisi commissionata dal WWF evidenziano la netta evoluzione dei mercati ambientali ed ecologici, settori che in Svizzera danno lavoro a 116’000 persone. Tra il 2001 e il 2009 la crescita annua è stata del 6,3%, più del doppio rispetto a quella osservata per l’insieme dell’economia elvetica, rileva lo studio svolto dall’Istituto Evaluanda.

Una progressione che secondo il WWF si confermerà anche negli anni a venire. Entro il 2020, prevede l’organizzazione ambientalista, saranno creati 53’000 nuovi impieghi. Un’evoluzione che per Helene Sironi, responsabile della formazione continua al Centro di formazione del WWF, renderà necessario «uno sviluppo delle competenze ambientali nel settore professionale».

swissinfo.ch: Oltre 50’000 impieghi in meno di dieci anni… quali saranno le professioni più richieste?

Helene Sironi: Non si può parlare di un mestiere ben preciso, ma piuttosto di un insieme di competenze che vanno sviluppate in seno ai settori più importanti. Penso ad esempio all’energia, al mercato edilizio o ai fondi d’investimento sostenibili.

Le professioni di questi settori vanno in un qualche modo ridisegnate e arricchite con nuove competenze ecologiche.

swissinfo.ch: Cosa significa concretamente?

H. S.: Prendiamo ad esempio i policostruttori specializzati negli involucri edilizi: oltre alle competenze tecniche attuali, in futuro dovranno anche disporre di conoscenze in campo energetico ed ecologico.

Posso citare pure i custodi o i portinai, che in un qualche modo sono responsabili del “funzionamento” di un palazzo, di un edificio amministrativo, di un supermercato o di un ospedale. Queste persone potranno contribuire a migliorare l’efficienza energetica o le modalità di riciclaggio all’interno dello stabile. Diventeranno insomma dei consulenti ecologici.

Un’altra professione che necessiterà di un “redesign” è quella di giardiniere. Nonostante lavori in mezzo alla natura non si può sempre parlare di un “mestiere verde”. Basti pensare all’uso di erbicidi e pesticidi.

In questo caso si potrebbe completare la sua formazione con qualifiche supplementari nel campo della biodiversità o dell’uso sostenibile delle risorse. Il giardiniere diventerebbe così un giardiniere biologico, allo stesso modo in cui l’agricoltore convenzionale si è trasformato in produttore biologico.

swissinfo.ch: Diverse professioni subiranno dunque una metamorfosi. È perciò sbagliato affermare che ci sarà un aumento degli impieghi…

H. S. Non direi. Abbiamo constatato la netta progressione di alcuni settori, tra cui quello delle costruzioni ecologiche, dei fondi d’investimento sostenibili, delle energie rinnovabili o dell’industria alimentare. Qui verranno creati nuovi posti di lavoro.

Nasceranno anche nuovi mestieri. Ad esempio quello di “solarteur”, una professione che per ora non esiste ancora in quanto tale. Si tratta di artigiani qualificati, specializzati nell’installazione di pannelli e impianti solari.

Nei diversi rami industriali ci sarà poi bisogno di consulenti ecologici specializzati. Sui cantieri, accanto ai muratori e agli architetti, ci saranno così anche persone che si occuperanno di “dirigere” i lavori in modo ecologicamente sostenibile.

Il vantaggio di tale sistema è che questi consulenti avranno seguito una formazione in un settore ben preciso, in questo caso l’edilizia. Il trasferimento delle conoscenze risulterà perciò più facile, dal momento che tutti utilizzano lo stesso linguaggio.

swissinfo.ch: Nei giovani di oggi, ovvero in coloro che beneficeranno maggiormente del boom del verde, si può già notare un interesse per le nuove professioni ecologiche?

H. S.: In generale, i giovani continuano ad associare la professione ecologica a un’attività orientata chiaramente verso la protezione della natura, ad esempio a un lavoro in seno a un’organizzazione ambientalista, come appunto il WWF.

Dal nostro studio emerge però che questo tipo di mercato crescerà soltanto in modo limitato. Ad aumentare maggiormente saranno le attività ambientali intese in un’ottica più ampia, ovvero quelle professioni legate alle diverse tappe della catena di produzione o della creazione di valore aggiunto.

I giovani, ma non solo, si devono dunque rendere conto che anche nell’ambito della loro professione, attuale o futura, potranno fare qualcosa per l’ambiente.

I mercati ambientali ed ecologici in Svizzera danno lavoro a 116’000 persone e generano una cifra d’affari di 29 miliardi di franchi.

Tra il 2001 e il 2009, la crescita annua di questo settore è stata del 6,3% (+2,9% per l’insieme dell’economia svizzera).

La progressione più marcata è stata registrata dai rami della costruzione ecologica (+47%), dei fondi d’investimento sostenibili (+31%), delle energie rinnovabili (+13%) e dell’industria alimentare biologica (+6%).

Entro il 2020 saranno creati 53’000 nuovi impieghi e la cifra d’affari del mercato verde raggiungerà i 57 miliardi di franchi.

(fonte: “Mercati ambientali in Svizzera – Prospettive per l’economia, l’occupazione e la formazione”, studio condotto dall’Istituto Evaluanda su mandato del WWF Svizzera).

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