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Democrazia diretta in Svizzera

CF: Parlamento potrà decidere su “Google Tax”

Keystone-SDA

In futuro i media svizzeri otterranno un compenso per l'utilizzo dei loro contenuti giornalistici da parte dei grandi fornitori di servizi online, come ad esempio Google e Facebook.

(Keystone-ATS) A prevederlo è la modifica della legge sul diritto d’autore (LDA), il cui messaggio è stato adottato oggi dal Consiglio federale e trasmesso al Parlamento per la sua trattazione.

Il dibattito pubblico è un pilastro cruciale delle democrazie, scrive in un comunicato il governo. Nonostante la digitalizzazione lo abbia trasferito sempre più su Internet, l’offerta di motori di ricerca, media sociali e piattaforme multimediali è ancora in larga misura alimentata dalle prestazioni dei media giornalistici tradizionali.

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

Per via della loro brevità però, finora le anteprime di testo e di immagini utilizzate (i cosiddetti snippet) non erano protette dal diritto d’autore. I prestatori di servizi online le utilizzavano quindi senza versare alcun compenso alle imprese e ai giornalisti.

Il disegno di legge, noto anche come “Google Tax”, corregge il tiro. Prevede infatti che in futuro i grandi servizi online paghino un indennizzo ai media locali per usare i loro articoli. Saranno assoggettati a tale obbligo le piattaforme che contano un numero annuo medio di utenti pari ad almeno il 10% della popolazione svizzera. La gestione collettiva dei diritti sui contenuti mediatici sarà affidata a una società esterna.

Nella consultazione, l’attuazione proposta è stata accolta in modo tendenzialmente favorevole. Ma, nella sostanza, l’introduzione di un diritto di protezione affine per le imprese mediatiche rimane controversa, precisa il Consiglio federale.

Da sottolineare come il disegno non tratti l’impiego dell’intelligenza artificiale nel settore mediatico. Questo aspetto è oggetto di una mozione della “senatrice” Petra Gössi (PLR/SZ), che l’esecutivo propone di accogliere.

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