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Aiuti statali per salvare i vecchi cinema

Cresce sempre di più il numero delle piccole sale cinematografiche svizzere costrette a chiudere i battenti, vittime della concorrenza dei grandi gruppi e dei multisala. L'Ufficio federale della cultura (UFC) intende correre ai ripari istituendo un sistema di sovvenzioni.

In Svizzera dal 2000 al 2009 i cinema ad un sola sala sono passati da 256 a 214, mentre il numero degli schermi è cresciuto da 486 a 559. «È stato l’arrivo dei multisala a dare il colpo di grazia a molti cinema di città», osserva Laurent Steiert della Sezione cinema dell’UFC.

Per Marc Pahud, presidente dei cinema del canton Vaud, queste strutture hanno soprattutto difficoltà ad ottenere presso i distributori «i film che fanno grosse entrate, dato che i grandi gruppi si accaparrano il mercato».

Se i primi a soffrire sono stati quelli con una programmazione destinata al grande pubblico, spiega il programmatore ginevrino Laurent Dutoit, ora tutti fanno fatica. Da un lato c’è l’effetto calamita esercitato dai multisala, diventati veri e propri ritrovi pubblici; dall’altro c’è la concorrenza sempre più forte dei DVD.

A ciò si aggiunge la prospettiva del passaggio al digitale, con la necessità per i proprietari di investire dai 120 ai 150 mila franchi per installare le nuove infrastrutture di proiezione.

Secondo lo scenario più pessimistico, questo cambiamento porterà alla scomparsa del 30% delle sale cinematografiche del paese, indica l’UFC. Per preservare la varietà del paesaggio cinematografico svizzero, l’UFC ha perciò deciso di istituire un sistema di sovvenzioni da introdurre se possibile entro fine 2011.

«Non si tratta di un finanziamento diretto alle infrastrutture, ma di premi a quelle che hanno una programmazione diversificata», spiega Steiert.

Oltre all’aiuto della Confederazione, che dovrebbe ammontare a 12 milioni per i prossimi 6 anni, le sale cinematografiche dovrebbero poter contare, in certi casi, sul sostegno di cantoni e comuni.

L’altra possibilità è di trovare accordi con i distributori, oppure di seguire l’esempio di quanto avvenuto in numerosi villaggi, dove il cinema di paese è stato salvato grazie al sostegno della popolazione.

swissinfo.ch e agenzie

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