
Starobinski, 80 anni per capire l’uomo dai suoi libri
Il critico letterario svizzero di lingua francese Jean Starobinski compie gli 80 anni. Nato a Ginevra, èassurto a fama internazionale soprattutto per i suoi studi su Jean Jacques Rousseau.
Jean Starobinski, l’assertore moderno del carattere etico della critica, cioè dell’idea che la conoscenza di sé passa sempre per la conoscenza dell’altro da sé, compie 80 anni e nella sua città, Ginevra, dove è nato, si è tenuta una settimana di convegni e seminari sul secolo appena finito proprio con un omaggio a questo studioso, saggista, critico letterario e storico delle idee.
Medico e psichiatra, laureato con una tesi sulla storia della malinconia, allievo di studiosi come Marcel Raymond, Jean Piaget e Leo Spitzer, Starobinski ha insegnato dal 1958 al 1985 storia delle idee e della letteratura francese all’università di Ginevra e scritto una serie di libri e indagini letterario-filosofiche considerate di grande importanza. In questi giorni la casa editrice italiana Einaudi sta facendo tradurre la sua ultima fatica, «Azione e reazione», che uscirà in autunno.
Carlo Ossola parla, a proposito di Starobinski, di «serenità dello sguardo, libertà della domanda, perplessità della risposta». Fili conduttori di una ricerca in cui si afferma il «legame necessario tra l’interpretazione dell’oggetto e l’interpretazione di sé», ovvero dell’uso della letteratura, dell’arte, dello studio, quali tramiti per conoscere meglio qualche verità profonda dell’uomo nel mondo e tra gli altri uomini.
Restano fondamentali i suoi studi su Rousseau (La trasparenza e l’ostacolo) e Montaigne (Il paradosso dell’apparenza). Da raffinato musicologo ci ha dato una lettura affascinante del «Flauto magico» e ha indagato i dialoghi tra Stravinsky e Ansermet in «Tavole d’orientamento», mentre da storico delle immagini, aperto anche a tutte le altre discipline, ha scritto saggi a tinte forti come «1798 – Gli emblemi della Ragione» e «Tre furori».
Nella sua ultima fatica letteraria «Azione e reazione», ha lavorato su una coppia di opposti concatenati, essenziale per indagare la storia dei corpi e della società, della chimica e delle passioni, della politica e dell’immaginario nell’epoca moderna.
Per i suoi 70 anni, interrogato sul senso della letteratura oggi, rispose: «Credo che serva eccome: serve a mantenere nella società una memoria che lo stile di vita odierno tenderebbe a cancellare. L’universo tecnico ci spinge continuamente verso un uomo senza memoria. La letteratura è l’arte di rappresentare la memoria. L’uomo d’oggi si sente sradicato e, in questo senso, la letteratura è di un’utilità assoluta».
Starobinski venne insignito nell’85 della laurea honoris causa dall’UNiversità di Urbino e vi affrontò allora proprio il tema di un’Europa che dimentica il proprio passato e che lascia sfaldare la propria cultura, per superficialità ed edonismo, il che precipita l’uomo d’oggi nell’angoscia e crisi di identità e di valori.
swissinfo e agenzie

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