The Swiss voice in the world since 1935

La “caricatura” del banchiere svizzero fa sempre cassetta

L'attore francese Jean Dujardin nei panni del banchiere svizzero Jean-Jacques Handali. Paramount Pictures

Sulla scia del successo mondiale del film “The Wolf of Wall Street”, di Martin Scorsese, swissinfo.ch ha analizzato il modo in cui i banchieri privati elvetici vengono rappresentati sul grande schermo. La pellicola narra la storia di un broker newyorkese che alla fine degli anni Novanta si arricchì truffando milioni di persone.

Candidato a cinque premi Oscar, “The Wolf of Wall Street” è basato sull’autobiografia dell’ex trader americano Jordan Belfort, interpretato da Leonardo DiCaprio. I personaggi principali sono intermediari senza scrupoli, dediti all’acquisto e alla vendita di titoli spazzatura sulle spalle dei loro clienti. Droga, sesso e consumismo sono il loro pane quotidiano. Tra loro anche un banchiere ginevrino, che Belfort avvicina per farsi aiutare a nascondere alcuni dei suoi averi illeciti.

Le scene che coinvolgono il banchiere dell’Unione Bancaire Privée (UBP) presentano un personaggio piuttosto viscido, accondiscendente alle richieste di Belfort. Nel film lo svizzero conduce una vita decadente e ha legami con dei compatrioti attivi nel contrabbando di denaro a New York.

Contenuto esterno

“La storia di Belfort presenta la realtà come lui voleva mostrarla”, afferma a swissinfo.ch Jean-Jacques Handali, il banchiere ginevrino raffigurato nel film. “Il film è esagerato rispetto al libro, ma anche rispetto alla realtà”.

Cittadino francese, Handali è attualmente direttore di una società di gestione patrimoniale ginevrina. Contattato per telefono, afferma di aver voluto mantenersi discreto su questa storia. In “The Wolf of Wall Street” il suo nome, come quello di molti altri personaggi, è stato cambiato. Handali diventa così Jean Jacques Saurel.

Diretto dal regista americano Martin Scorsese, “The Wolf of Wall Street” (2013) si ispira alle memorie di Jordan Belfort, un ex broker che ha conosciuto un’ascesa senza precedenti nel mondo della finanza e che ha avuto una vita di eccessi prima di essere condannato e incarcerato per frode.

Jordan Belfort è interpretato da Leonardo DiCaprio. Il ruolo del banchiere svizzero Jean-Jacques Handali spetta invece all’attore francese Jean Dujardin, vincitore nel 2011 del premio Oscar per il miglior attore nel film “The Artist”.

Il film è candidato a cinque premi Oscar:

– Miglior fotografia

– Miglior regia (Martin Scorsese)

– Miglior sceneggiatura non originale (Terence Winter)

– Miglior attore protagonista (Leonardo DiCaprio)

– Miglior attore non protagonista (Jonah Hill)

Come ricorda il film di Scorsese, Handali fu arrestato in Florida nel 1994 assieme a uno dei soci di Belfort. Le autorità americane lo consideravano una figura centrale in un giro internazionale di riciclaggio di denaro. La Svizzera congelò allora 15 milioni di dollari (13,6 milioni di franchi) depositati su un conto all’UBP legato al caso.

Interrogato sulla veridicità del film, l’agente dell’FBI Gregory Coleman, a capo dell’indagine che portò all’arresto di Belfort, ha dichiarato di recente al New York Times: “Ho seguito quest’uomo per dieci anni. Tutto ciò che ha scritto [nelle sue memorie, ndr] è vero”.

Una “caricatura”

Frédéric Maire, direttore della cineteca svizzera, ritiene però che “i film hollywoodiani presentino sempre un’immagine stereotipata e caricaturale dei banchieri svizzeri”.

L’immagine del banchiere svizzero, sempre disposto ad accettare fondi di dubbia provenienza, è quasi onnipresente nei film hollywoodiani. La saga di James Bond ha rafforzato questo stereotipo, mentre la spia Jason Bourne (“The Bourne Identity”) ha enfatizzato la questione del segreto bancario.

Altri sviluppi

Altri sviluppi

Prendi i soldi e scappa …

Questo contenuto è stato pubblicato al Swissinfo.ch vi propone una carrellata di sequenze che hanno fatto la storia del cinema.(Foto: AFP/Kobal Collection, cinetext.de)

Di più Prendi i soldi e scappa …

Frédéric Maire parla di due tipi di caricature. “Il banchiere è rappresentato sia come un giocatore d’azzardo spendaccione, come in “The Wolf of Wall Street”, sia come un protestante, rigido e riservato, che si fonde nella massa”.

Il direttore della cineteca svizzera distingue anche tra la rappresentazione dei meccanismi economici utilizzati per nascondere i soldi in conti segreti – “che immagino assolutamente plausibili” – e il modo in cui i personaggi sono presentati. “A seconda della personalità degli attori, del modo in cui recitano e parlano, un personaggio può risultare esagerato”.

Il ritratto di Handali/Saurel, aggiunge Frédéric Maire, è “un po’ ridicolo ed eccessivo e non molto svizzero”. Ad interpretare questo ruolo è infatti il famoso attore francese Jean Dujardin, “che amplifica  il lato inaffidabile del personaggio”.

Poco interesse da parte del cinema svizzero

Dal canto suo, l‘Associazione svizzera dei banchieri dichiara di “non interessarsi della percezione culturale dell’industria bancaria”. Ma poi la portavoce Sindy Schmiegel aggiunge: “Cerchiamo di mostrare al pubblico che non c’è nulla di clandestino in relazione alle banche svizzere. Queste devono sottostare a regole ferree”.

Dal canto suo l’UBP rifiuta di commentare la storia di Belfort. La scorsa estate, il quotidiano ginevrino Le Temps aveva però raccontato come la banca avesse messo dei cartelli per coprire il proprio logo durante le riprese.

Malgrado i profondi cambiamenti che hanno toccato il settore bancario elvetico negli ultimi anni, l’immagine dei banchieri svizzeri nei film hollywoodiani resterà probabilmente la stessa ancora per un bel po’, afferma Frédéric Maire.

“Il segreto bancario tende a scomparire, ma gli stereotipi hanno la vita dura. Perdura così l’immagine di una Svizzera legata alle banche, alla segretezza e al denaro di dubbia provenienza”

Nel cinema svizzero, prosegue Maire, i banchieri sono visti diversamente. “Scopriamo che sono “freddi” oppure del tutto normali. Non siamo di fronte a una realtà simile a quella ritratta in “The Wolf of Wall Street”. Sembrerebbe che i nostri registi non siano molto interessati a rappresentare questo mondo, forse perché non lo trovano particolarmente sexy”.

(Traduzione all’inglese, Stefania Summermatter)

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR